Stellantis snobba Mirafiori e avvia la produzione delle auto elettriche cinesi a marchio Leapmotor nello stabilimento di Tychy in Polonia. Una mossa che sta facendo discutere soprattutto i sindacati che si aspettavano una scelta diversa, ovvero l’avvio di una catena di montaggio in Italia.
I TEMPI
La compatta elettrica approderà in Italia già a settembre. L’accordo raggiunto da Stellantis e Leapmotor consente di evitare le nuove tasse di importazione sulle macchine elettriche cinesi. La Comunità europea, nei giorni scorsi, ha predisposto una manovra contro i costruttori di auto con sede a Pechino e dintorni per provare ad arginare l’invasione di auto elettriche a basso costo made in China.
Appena un mese fa Stallantis Europe — finita nel mirino del Mimit — aveva deciso di rimuovere i colori del tricolore italiano presenti in un elemento grafico apposto sul paraurti posteriore della Fiat 600, prodotta appunto in Polonia. La presenza dei colori della bandiera italiana sul veicolo, ha comunque spiegato l’azienda, indicava l’origine imprenditoriale del prodotto, il cui design e stile sono stati ideati, disegnati e progettati da un soggetto italiano. Come accennato la Leapmotor T03 godrà dell’esenzione dai dazi per i veicoli elettrici cinesi che verranno introdotte, salvo rinvi, a luglio.
Tychy è uno dei siti chiave di produzione di Stellantis e la citycar T03 è una simil-500. Leapmotor ha dichiarato che i primi modelli della sua piccola auto elettrica T03 sono usciti dall’impianto di assemblaggio di Stellantis in Polonia la scorsa settimana e che la produzione di massa è prevista per settembre. Stellantis detiene il 51% delle quote della joint venture con Leapmotor International. I costi di produzione nello stabilimento polacco ammonterebbero, stando a quanto emerso finora, a circa 400-500 euro per ogni T03 prodotta, e sono simili a quelli che la casa asiatica Leapmotor registra in Cina. Ma sono meno della metà dei circa 1.000 euro dell’Italia.
La joint venture Leapmotor International prevede di produrre un secondo modello nello stabilimento polacco di Stellantis, il Suv A12 a marchio Leapmotor, a partire dal primo trimestre del 2025. Tornando alla stretta Ue sulle importazioni delle auto elettriche cinesi, stretta che prevede dazi aumentati quasi al 50% per bilanciare un sistema produttivo che secondo Bruxelles è sostenuto artificialmente dai sussidi pubblici di Pechino, il vicepresidente della Commissione europea con la delega al Commercio, Valdis Dombrovskis, ha affermato nei giorni scorsi che «l’obiettivo di Bruxelles non è chiudere il mercato europeo ai veicoli elettrici cinesi, ma garantire che la concorrenza sia leale». Pechino in tutta risposta ha accusato l’Europa di protezionismo affermando che l’Ue «ha ignorato i fatti e le regole del Wto», intervenendo contro un vantaggio ottenuto dalla Cina nei veicoli elettrici con la «concorrenza aperta».
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