Lettini vuoti, ombrelloni chiusi, spiagge semideserte o affollate solamente la domenica. Da nord a sud dello stivale, dall’Adriatico a Baia Domizia, in Campania, lo spettacolo di inizio agosto preoccupa gli addetti del settore balneare, mentre sui social diventano virali i video delle spiagge semideserte in quella che dovrebbe essere altissima stagione.
La stagione nera dei balneari: calo fino al 30%, cresce il turismo «mordi e fuggi»
Secondo una stima degli operatori diffusa da Assobalneari, in questi giorni si è registrata una contrazione tra il 20% e il 30% rispetto agli anni precedenti, sia in termini di presenze che di consumi. «Si tratta di un dato nazionale medio» precisa al Messaggero Fabrizio Licordari Presidente nazionale di Assobalneari Italia — Federturismo Confindustria «Ogni azienda e località ha il suo andamento. In generale stiamo riscontrando un calo in molte regioni, Liguria, Calabria, Abruzzo, Emilia Romagna. La stagione è decisamente sottotono».
L’unica giornata che registra afflusso è la domenica, ma per i gestori dei lidi si tratta di un turismo “mordi e fuggi” che non riesce a sostenere economicamente il settore. La speranza è che le prossime settimane diano un po’ di respiro: «Ma non basta una rondine a fare primavera. Se anche negli ultimi 10 giorni di agosto andasse tutto bene, non sarebbe sufficiente a risollevare una stagione che è ormai compromessa» afferma Licordari.
Le cause, dal caro prezzi alle difficoltà delle famiglie
Ma perché i bagnanti non vanno più al mare o scelgono di andare solo la domenica? Per Licordari la causa è il difficile momento economico che vivono le famiglie «Anche con due stipendi alcune famiglie non arrivano a fine mese e risparmiano sullo svago e le vacanze. Questo si somma a un calo generalizzato del turismo straniero dovuto all’instabilità internazionale».
Per il Codacons però quelle dei gestori dei lidi sono «Lacrime di coccodrillo»: «Come ci dice l’Istat, dal 2019 ad oggi le tariffe dei servizi quali lidi e piscine sono aumentate complessivamente del 32,7%, rendendo una giornata al mare sempre piu un salasso per le famiglie, al punto che molte, come dimostrano i dati dei balneari, rinunciano del tutto alle spiagge a pagamento» si legge nella nota. Il testo riporta anche i costi di alcuni stabilimenti extra lusso, dalla tenda imperiale del Twiga in Versilia che raggiunge i 1.500 euro al giorno all’Augustus Hotel di Forte dei Marmi dove la spesa per una postazione davanti al mare ad agosto è di 560 euro al giorno.
Balneari: «Tariffe calmierate per le famiglie»
Assobalneari, dal canto suo, afferma di aver dato indicazione chiara ai propri associati sin dall’inizio della stagione di non aumentare le tariffe rispetto all’anno scorso proprio per venire incontro alle difficoltà delle famiglie.
«Sul territorio nazionale esistono stabilimenti balneari per tutte le fasce di reddito: dal servizio essenziale alla struttura superattrezzata» ricorda il presidente Licordari, che sottolinea anche i costi sostenuti dai gestori dei lidi per offrire servizi ai bagnanti. «Rispetto alla spiaggia libera offriamo servizi igienici, docce, ristorazione e il servizio di salvataggio, anche il costo del personale per queste mansioni è aumentato negli ultimi anni». «Infine» ricorda «Il calo di turisti non colpisce solo i lidi, ma tutto il comparto turistico delle località balneari che ne risente fortemente, privando della principale fonte di reddito intere comunità costiere».
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