Oggi Spagna e Francia sono il giorno e la notte, il bello e il brutto di questo Europeo; sono i talenti freschi contro quelli stanchi e scarichi. Per dirla alla Sacchi, è la sfida tra due ct diversi, uno stratega (amante del bel gioco), De la Fuente, e uno tattico (più studioso degli avversari), Deschamps. Ma da sempre, nella loro diversa visione del gioco, Spagna e Francia sono le due scuole di calcio più brillanti, più ispirate. E non a caso, da decenni — in momenti diversi — hanno saputo dominare europei e mondiali, con qualche annata in pausa, ma questo è fisiologico. Dalla Francia di Zidane a quella di Mbappé; dalla Spagna di Iniesta a quella di Rodri e Yamal. Sempre all’altezza, sempre riferimenti per tutti. Generazioni di fenomeni sfornati per anni. Deschamps era in campo nella squadra che ha vinto Mondiale ed Europei nel 1998 e nel 2000, ne era il capitano, e ora dalla panchina dei bleus ha dominato in Russia nel 2018, ha sfiorato il successo nel 2022 in Qatar, ha anche perso la finale contro il Portogallo nell’Europeo giocato in casa sei anni fa. La Spagna non è stata da meno, esportando in giro per il mondo quel tiki taka del maestro Del Bosque magistralmente interpretato dai vari Iniesta, Xavi, Busquets, Puyol e ci fermiamo qui. Mondiali, Europei, pure le Furie Rosse non hanno certo scherzato.
A RISCHIO GRIEZMANN
Stasera, all’Allianz Arena, siamo alla resa dei conti, in questo Europeo nel quale hanno mostrato due lati diversi: la Francia è bella dentro (nei calciatori) ma stenta fuori (il gioco latita); la Spagna va a mille, piace e i suoi calciatori, Morata, Rodri, Yamal, Nico, sono protagonisti come lo erano i loro predecessori che hanno vinto. Deschamps si ritrova a giocare una semifinale senza aver mai segnato un gol su azione, tre reti fin qui, due autogol e un rigore. La Spagna invece va come un treno, ha “stentato” solo contro la Germania ai quarti, ma lì poi si è aperta la questione dell’arbitro Taylor e per tanti stasera contro la Francia doveva esserci la Germania. Mbappé, che non ha dato il meglio di sé, sfida Morata e il talento del Barcellona, Yamal, con cui se la dovrà vedere anche nella prossima Liga: uno nel Real, l’altro in blaugrana. Per Deschamps, che sta cercando la formula migliore e stasera valuterà di fare a meno di uno scarico Griezmann, la Spagna è la squadra migliore di questo Europeo, ma perde la pazienza quando, un giornalista svedese gli fa notare che il suo sia un calcio «noioso». «Se sei annoiato, guarda qualcos’altro, va bene? E’ un Euro 2024 particolare per tutti, con un numero di gol inferiore rispetto al passato. Abbiamo la capacità di condividere emozioni, di rendere felici i francesi dei nostri risultati. Se gli svedesi si annoiano, non mi importa». Un ct a nervi tesi, che sa valutare la forza della Spagna di De la Fuente. «La Spagna ha un forte potenziale offensivo, ma anche il centrocampo è un punto di forza, con Rodri in particolare. È tutta la squadra ha lasciato la migliore impressione». Nella Spagna gioca Laporte, che non ha saputo aspettare la convocazione di Deschamps e ha scelto di giocare con le Furie Rosse. Ci mancava pure il “traditore”. «Ha fatto questa scelta, buon per lui. La cosa più importante è che sia felice. Non ho rimpianti». Decisamente più rilassato, De la Fuente, che però ha un pensiero fisso: Mbappé. «Contro i giocatori di queste caratteristiche, che hanno tante qualità, così come per Dembélé, l’aiuto di tutti è importante. L’altro giorno ho detto a Lamine (Yamal, ndr), che se ci sono tre giocatori in attacco ci sarà una zona del campo in cui avremo superiorità. E dovremo portare la palla lì, rapidamente».
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