18.05.2025
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Sports

«Sono io campione olimpico, non quelli della Nba». L’oro dei 100 metri che ha combattuto con asma e dislessia


Il nuovo Re dei 100 metri è Noah Lyles, l’americano che domenica si è preso l’oro nella finalissima alle Olimpiadi di Parigi con il tempo di 9»79. Un personaggio tutto da scoprire, il classe ’97  di Gainesville (Florida), pronto a riscrivere le regole dell’atletica. 

Lyles si prende il trono nei 100 metri: Noah contro l’NBA

Era diventato polare già con la docuserie ‘Sprint’ su Netflix, la vittoria di ieri lo ha consacrato al mondo intero. «Voglio che il mio sponsor tecnico crei una scarpa con il mio nome, come fece per ‘Air’, voglio una sneaker tutta mia (come è stato per Michael Jordan).

E’ ora che l’atletica diventi finalmente popolare negli States».

Lyles ha proseguito: «Quelli che vincono il titolo NBA si autodefiniscono campioni del mondo, ma per me questo titolo spetta ai campioni olimpici, non a loro. Vincere qui è diverso, soltanto qui vedi le bandiere di tutto il mondo. Gli Stati Uniti non sono il mondo, il mondo siamo noi, qui (ai campionati mondiali di atletica ndr.). Qui abbiamo praticamente atleti di tutte le nazionalità che cercano di lottare e tenere alta la propria bandiera».

La storia di Noah Lyles

Adesso Noah non vuole più fermarsi e punta a replicare nei 200 e nella staffetta, e perchè no, anche nella 4×400. La rivincita di un ragazzo che ha dovuto combattere contro cose più grandi di lui. A sei anni aveva grossi problemi di asma ed è stato vittima di bullismo a scuola, anche per i problemi di dislessia. Quel ragazzino oggi è un uomo e ha mostrato al mondo tutto il suo talento, spazzando via il campione in carica Marcell Jacobs. Il verdetto del presidente di World Athletics, Sebastian Coe è piuttosto chiaro ed esplicito: «Lyles sta riportando l’atletica nel territorio che fu di Usain Bolt: occupa uno spazio vuoto, tutti parlano di lui».

Figlio d’arte, il papà di Noah vinse una medaglia d’oro ai campioni del mondo di Goteborg nel 1995 nella staffetta 4×400. Lyles ha l’atletica nel sangue, ma prima di provarci ha fatto ginnastica, a 12 anni ha cambiato percorso e ha iniziato a seguire le orme del padre. Il suo palmares era già di alto livello con 6 medaglie d’oro e una d’argento ai Mondiali. Nel 2023 vinse tre medaglie d’oro a Budapest nei 100, 200 e nella staffetta 4×100. Adesso l’oro alle Olimpiadi di Parigi 

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