29.05.2025
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Politics

«Solo uniti si vince». E i centristi rilanciano


«Il centrodestra esulta per i sondaggi, noi vinciamo le elezioni». A metà pomeriggio, Elly Schlein è raggiante. Dopo otto anni di centrodestra, Genova torna a sinistra. E lo fa al primo turno, con una candidata che – esulta chi è vicino alla segretaria del Pd – «dimostra la forza delle leadership giovani e femminili».

Ma il successo sotto la Lanterna è solo il boccone più gustoso, per l’inquilina del Nazareno. Ravenna si conferma roccaforte rossa, con la lista dem che quasi balla da sola, sopra al 40%. A Taranto e Matera, dove il campo largo si presentava diviso, i candidati progressisti partono in testa ai ballottaggi. Ad Assisi si supera il 50%. E pure dalle Marche arrivano segnali incoraggianti in vista delle regionali d’autunno: Osimo, dove è partita la campagna di Matteo Ricci, è strappato alla giunta uscente di centrodestra.

Per Schlein, però, il primo turno di comunali è soprattutto la prova provata del mantra che ripete da quando è approdata alla guida del Nazareno. «Essere testardamente unitari, non è una tesi o un dibattito politologico, ma un dato oggettivo: uniti si vince», festeggia la leader dem. E pazienza se a Matera i Cinquestelle fanno sapere che non appoggeranno l’aspirante sindaco espressione del Pd: per la segretaria la rotta è tracciata. E passa dalle intese in tutte le regioni al voto con i 5S, puntando al 4-1. O magari anche al 5-0, se in Veneto il centrodestra dovesse spaccarsi. Poi, nel 2027, il guanto di sfida a Giorgia Meloni per Palazzo Chigi.

«AVVISO DI SFRATTO»
Speranze premature? Non per Fratoianni e Bonelli di Avs. convinti che quello che arriva dalle città sia un «avviso di sfratto alla premier e al suo governo». Anche per Matteo Renzi la luna di miele di Meloni con gli italiani è finita: «Si è rotto l’incantesimo», gongola il leader di Iv. «I dati delle amministrative dimostrano che quando il centrosinistra è unito e ha candidati credibili vince. Praticamente ovunque». Dunque con Pd, Movimento e sinistra per l’ex premier bisogna «trovare un’intesa su tre o quattro punti, come stipendi e sanità», e smetterla di litigare.

Più cauto Giuseppe Conte. Che più che all’unità del campo largo attribuisce i meriti del colpo messo a segno a Genova al profilo della candidata Silvia Salis. «La sua vittoria, con un margine così ampio e ottenuta al primo turno, è la dimostrazione che progetti nati dal basso ed inclusivi delle proposte della società civile sono percepiti dai cittadini come più vicini alle proprie esigenze e, per questo, meritori di fiducia ed entusiasmo», afferma il presidente del M5S. Una lettura del voto non troppo diversa da quella offerta da Carlo Calenda: «Quando si presentano candidati riformisti, concreti e competenti, il consenso arriva». Una sorta di avvertimento per il futuro: il sostegno di Azione, per il centrosinistra, è garantito solo in caso di profili compatibili con questo identikit. Anche alle prossime regionali, per le quali i calendiani hanno già ricevuto l’interessamento del centrodestra.

Schlein invece vorrebbe tenere tutti dentro. Anche se i risultati degli alleati sui territori non sempre sono lusinghieri. I 5S, pur migliorando i risultati rispetto alle regionali di ottobre, come sempre alle amministrative non brillano: nel capoluogo ligure il Movimento galleggia intorno tra il 5 e il 6%. Non va granché meglio a Taranto, dove la candidata stellata si ferma a quota 11%, mentre a Matera si sfiora l’8%.

LA MOBILITAZIONE
Al netto delle percentuali dei partiti, c’è un dato che nel fronte progressista sorprende in positivo: quello dell’affluenza, in aumento rispetto a cinque anni fa. Un trend che per Riccardo Magi di +Europa «lascia ben sperare in vista dei referendum dell’8 e 9 giugno», insieme ai ballottaggi. Eccola, la prima vera sfida unitaria per il dopo Comunali. Centrare il quorum per i cinque quesiti su lavoro e cittadinanza non sarà semplice. Ma per rivendicare il successo, sono convinti dalle parti del Pd, basta che a votare vada almeno un elettore in più di quelli che, tre anni fa, votarono il centrodestra. E chissà che l’obiettivo non sia a portata di mano.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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