Sorridi, Jannik Sinner. Guarda le foto di Carlos Alcaraz che s’è fatto biondo platino per auto-convincersi di avere davvero un’altra testa ora che, nella finale degli US Open – record nazionale in prima serata, in chiaro, del canale FITP SuperTennis con 2.500.000 di ascolto medio, e record di ascolti negli Usa battendo la finale Federer-Djokovic del 2015 — ha riscattato il ko di Wimbledon e s’è ripreso il numero 1 del mondo. Ridacchia per Aryna Sabalenka che, nel talk show post-New York, l’ha chiamato “Jann”, per poi correggersi. E recupera un altro po’ di buonumore leggendo l’inelegante querelle fra la tua ex, Anna Kasatkina e l’ex aspirante terzo uomo al vertice, Holger Rune: con lei che l’accusa di essere un lumacone, un po’ “disperato”, che ci prova con tutte le colleghe — precedente con Veronika Kudermetova, sempre russa, sempre biondina, docet -, e il danese che si difende goffamente. Dopo di che guardati le statistiche ATP e tirati definitivamente un po’ su di morale.
GLI ACE E LE RISPOSTE
Il 24enne altoatesino non ha difeso il titolo agli US Open — ultimo bis da Federer 2008 – ma, nelle statistiche ATP Tour, è secondo delle ultime 52 settimane nella valutazione del tanto vituperato servizio malgrado il 60.6% di prime in campo (71.2 Zverev, 64.1 Alcaraz) e al 78.9 di punti vinti (terzo, come lo specialista Opelka, Alcaraz 74.7); nei punti vinti con la seconda è primo con 59.6,davanti a Carlitos col 57.3%, così come nei games di servizio vinti: 92.0, contro l’89.6 di Perricard, con Alcaraz a 88.0. Che Jannik supera anche nella media aces per match: 6.7 contro 5.9. Nella risposta, Jannik è leader con 165.9 davanti al rivale con 162.8, premiato proprio dalla prestazione nella finale degli US Open, con l’italiano che domina nel ribattere la seconda di servizio col 58.4% e il 31.3 di games vinti di risposta e Alcaraz sulla prima, col 34.8%, sulla seconda è 53.5, secondo in generale col 31.1. Jannik svetta anche nei punti sotto pressione: 251.6 di valutazione, contro 251.2 di Alcaraz.
Sinner, più giovane di sempre con 4 finali Slam stagionali su 4, è anche primo nei punti ATP conquistati nella stagione: 6600 contro i 5700 di Alcaraz. Inoltre ha collezionato più 6-0 o 6-1 nei Majors, 21, superando quota 20 set come solo Nole I di Serbia con 23 nel 2012; Alcaraz a 18. Ahilui, la distanza da Alcaraz nella Race è 2590 punti, ma è difficilissima da colmare da qui a fine anno: Jannik ne ha disposizione appena 3.500 (1.000 per Shanghai e Bercy, più 1.500 per il vincitore imbattuto delle Finals di Torino) più qualche torneo 500 come Pechino, dove rientra alle gare il 25 settembre, e mentre lui in questa fase della stagione scorsa ha collezionato 2830 punti, Carlos ne difende appena 1000. A far coraggio al Profeta dai capelli rossi c’è la consapevolezza che di Alcaraz ce n’è solo uno solo e il ricordo dell’impresa del 2016 di Andy Murray che ammassò 4.500 punti, contro i 1.540 di Djokovic. Un’ipotesi che però contrasta con la frase di Jannik post finale di domenica: «Cercherò di variare di più a costo di perdere qualche partita». Intanto, come durante la vicenda-doping che l’ha fermato per 3 mesi per responsabilità oggettiva decretata dalla Wada, “vende” sempre di più. Secondo ChainOn, digital marketplace delle sponsorizzazioni, con “Explora JourneyS”, è a 12 abbinamenti commerciali, 4 più di Carlitos.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Gli eventi del fine settimana, ogni giovedì
Iscriviti e ricevi le notizie via email