Notizie Nel Mondo - Notizie, affari, cultura Blog Politics «Sì al green coniugato con la crescita. Un nuovo Recovery per finanziarlo»
Politics

«Sì al green coniugato con la crescita. Un nuovo Recovery per finanziarlo»


Antonio Decaro è il nuovo presidente della commissione Ambiente all’Europarlamento.

Pensa che lo stop al combustibile fossile nel 2035 sia economicamente sostenibile?

«Si tratta di obiettivi ambiziosi che richiedono determinazione, coraggio ma anche grande capacità di ascolto. Io sono intenzionato certamente a fare la mia parte, nel solco del lavoro fatto dal mio predecessore Pascal Confin e dai colleghi parlamentari nella passata legislatura, continueremo a lavorare nella direzione di una transizione verde che possa coniugare le sfide ambientali e i nuovi modelli di crescita economica equa e sostenibile. Questo in Europa così come in Italia. Da parte nostra posso assicurare il massimo impegno per i traguardi che sono stati fissati».

La Commissione Ue stima che la transizione ecologica richiederà un impegno finanziario da 1000 miliardi in dieci anni. Ma la copertura finanziaria da dove può arrivare?

«Proponendo un quadro globale per la finanza verde privata e insistendo sull’attuazione di meccanismi di fiscalità ambientale. I governi possono aprire la strada a un futuro più sostenibile proponendo un quadro globale di transizione giusta basato su un Fondo Europeo di transizione sul modello del Next Generation EU, finanziato da prestiti comuni. Inoltre, bisogna finalmente affrontare il discorso della lotta all’elusione e rinvestire i ricavati nella transizione climatica per coprire i costi, mitigare l’impatto sui cittadini e garantire che nessuno venga lasciato indietro in questo processo».

Anche Ursula von der Leyen ha annunciato una parziale marcia indietro sulle scadenze della transizione. La sua commissione spingerà in quella direzione?

«Non credo che la presidente abbia fatto marcia indietro, anzi, certo bisognerà tener conto della nuova composizione del parlamento ma ormai credo nessuno possa pensare di fare passi indietro sulla necessità di avviare un processo di transizione ecologica utile a tutti. Certamente la commissione vigilerà sul rispetto degli obiettivi e se necessario incalzerà il lavoro degli altri organi istituzionali».

Nel suo discorso von der Leyen ha parlato di e-fuel (che piace alla Germania). L’industria italiana però chiede il bio-fuel. C’è lo spazio per riprendere anche questo tema?

«Non credo ci sia più spazio per tornare indietro su questo tema anche perché è già stato avviato un percorso di transizione tecnologica verso l’elettrico. Certo esiste il tema di alcuni settori strategici in cui il passaggio all’elettrico non è immediato».

Per l’efficientamento energetico delle case la Commissione apre a un maggiore uso degli aiuti di Stato. Ma per l’Italia, con il suo debito pubblico, è un’opzione praticabile?

«L’efficientamente energetico delle case richiede un investimento massiccio di risorse. Non si può pensare di scaricare questi costi sulla vita delle famiglie né credo potranno far fronte per intero gli stati membri. Non lo può fare l’Italia ma neanche gli altri Paesi. Questo percorso deve avere una spinta forte, anche economica, delle istituzioni europee».

Lei sarà l’unico italiano a presiedere una commissione all’Europarlamento. Il nostro Paese è sottorappresentato nelle istituzioni europee?

«Io penso che la Commissione ENVI, per cui l’Italia ha espresso il presidente, sia una delle più importanti di questa legislatura. Poi ci sono le vicepresidenze, espresse in quasi tutte le commissioni parlamentari e la partita sui commissari non si è ancora chiusa. Mi auguro che l’atteggiamento del governo non abbia innescato un processo di allontanamento tra l’Italia e l’Europa ma confido nel nostro lavoro».

Pensa che il ministro Fitto possa essere la persona giusta come commissario Ue?

«Non mi sono mai occupato del destino del ministro Fitto. Quando ho avuto l’occasione di lavorare insieme a lui nell’interesse del nostro Paese, non mi sono mai tirato indietro. Abbiamo sempre provato a trovare soluzioni condivise. Vedremo quello che succederà. Noi faremo la nostra parte, sia per l’Italia sia per il Sud».

Il suo nuovo incarico a Bruxelles significa che non si candiderà alle prossime elezioni regionali in Puglia?

«Per il momento sono concentrato sull’incarico per cui sono stato appena eletto. Si tratta di un impegno che richiede studio, lavoro e dedizione. Le sfide che affronteremo sono troppo importanti e la responsabilità che avverto è enorme, rispetto al parlamento Europeo, alla delegazione del partito democratico e del gruppo S&D che mi hanno permesso di rappresentare l’Italia e i socialisti in una delle partite cruciali per il destino non solo dell’Europa ma del pianeta intero.

Renzi ha rilanciato il progetto del campo largo, ma arrivano tanti no da tutti i potenziali alleati. E in Europa siete divisi.

«In Italia si sta già componendo un’alleanza forte capace di rappresentare un’alternativa credibile al governo delle destre. Sarà importante lavorare sempre di più sui progetti che ci uniscono e non sulle, pur legittime, differenze. Quello che accade in Europa non inciderà sul processo di unità dell’alleanza progressista perché sull’Italia abbiamo tutti le idee chiare. In questi mesi i leader delle forze politiche in campo dovranno essere bravi a mettere da parte i veti e cercare di dare risposte alle domande che arrivano dalle comunità».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Exit mobile version