Un segnale atteso da tutto il Centro Italia per provare a chiudere davvero la pagina buia del terremoto del 2016. L’altro ieri la Conferenza dei servizi ha dato il via libera al progetto per ricostruire il centro storico Arquata del Tronto, nelle Marche, paese simbolo della distruzione arrecata dal fortissimo terremoto di quasi otto anni fa. Soprattutto — fanno sapere dall’ufficio del commissario per la ricostruzione guidato da Guido Castelli — entro la fine dell’anno partirà finalmente «una delle più complesse e innovative opere dal punto di vista ingegneristico della storia delle ricostruzioni in Italia». Primo step le strade d’accesso al borgo, ma l’obiettivo finale è rendere totalmente sicuro dal punto di vista sismico un territorio molto instabile geologicamente.
Il terremoto
Alle 3:36 di notte del 24 agosto 2016 una fortissima scossa di magnitudo 6.0 fece letteralmente sobbalzare il Centro Italia. Il terremoto si sentì fino a Bologna. L’epicentro, a 8,1 chilometri di profondità, fu ad Accumoli, nel Reatino, e il sisma colpì mortalmente i paesi vicini. Tra questi, a 15 chilometri, Arquata del Tronto, nell’Ascolano, che quasi 8 anni fa vide il suo centro storico e tante frazioni quasi rase al suolo. Persero la vita 52 persone.
All’epoca ad Arquata vivevano 1.300 persone, adesso i residenti sono poco più di 900. Ci sono voluti quasi 8 anni per far ripartire la ricostruzione. Castelli, marchigiano e commissario alla ricostruzione, racconta che, «a differenza di quello che si può pensare, a rallentare i lavori non è stata la mancanza di fondi: ci sono sempre stati. Fino al 2019 abbiamo scontato una fortissima burocrazia, dovuta anche al fatto che, con il succedersi dei terremoti, il cantiere sismico si allargava progressivamente con nuove aree e nuovi bisogni. Poi è scoppiato il Covid. Ed è stato anche complicato trovare imprese per la ricostruzione, sedotte com’erano dalla bolla del 110 per cento». E poco propense a impegnarsi in un’opera di ricostruzione tanto complessa.
I bandi
A breve l’ufficio del Commissario predisporrà la gara per affidare i lavori, finanziati con 71 milioni di euro, tre mesi dopo la pubblicazione del bando. Parallelamente, si legge in una nota, saranno coinvolti «i proprietari degli edifici per procedere con la formula della ricostruzione unitaria privata, che consente (previo il loro consenso), di affrontare tutto il colle come un unico grande cantiere, così da gestire logisticamente al meglio gli interventi pubblici e quelli delle case private». Domani Castelli e il ministro Nello Musumeci presenteranno il progetto, ideato dall’ufficio del commissario , con il supporto di Eucentre, di Tecno-art e delle università di Pavia, di Chieti-Pescara, dal Politecnico delle Marche e dalla Scuola universitaria di Pavia — alla Conferenza mondiale sull’ingegneria antisismica di Milano. Sono previste la realizzazione di opere di stabilizzazione e sostegno, «con la ricostruzione dei terrazzamenti già esistenti prima del sisma». Verrà installato «un sistema di tiranti attivi permanenti» per garantire la solidità del centro storico in caso di future scosse. Da due pozzi sotterranei in cemento armato partiranno 328 tiranti, lunghi in totale quasi 13 chilometri. I sottoservizi saranno realizzati all’interno di cunicoli tecnologici. Saranno messe in sicurezza anche le vie di accesso al borgo e rifatti i basamenti con «platee orizzontali, che definiranno i nuovi piani di posa di tutti gli edifici pubblici e privati».
Castelli ricorda che «ricostruzione appariva come una sfida sotto tutti i punti di vista». Vinta «anche grazie alla tenacia che la comunità arquatana ha saputo esprimere in questi anni, reagendo alla tragedia che l’ha colpita. Facciamo tesoro di questa esperienza di grande collaborazione tra istituzioni, tecnici e cittadini, per proseguire senza sosta in tutto il territorio del cratere».
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