04.11.2025
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Sgarbi, chiusa l’udienza per il tutore legale. La folla grida «vergogna» a Evelina


È stato il giorno dell’udienza per valutare la richiesta di sottoporre ad amministratore di sostegno Vittorio Sgarbi. Il critico d’arte è arrivato al tribunale civile di Roma, dove ha rivisto dopo diversi mesi la figlia Evelina. Nel corso de La Volta Buona sono stati dati i primi aggiornamenti dal posto. Ulteriori notizie sono arrivate nel corso del pomeriggio a Dentro la Notizia e Vita in Diretta.

L’udienza per il tutore legale

La giudice ha deciso di riservarsi, prendendo altri 15 giorni prima di decidere se Vittorio Sgarbi debba essere affiancato o meno dal tutore legale.

Durante i 90 minuti dell’udienza c’è stato un momento in cui la giudice ha chiesto a tutti di uscire dall’aula per parlare da sola con Vittorio Sgarbi. Da quello che è trapelato finora, non verranno fatte altre indagini mediche. La folla fuori dal tribunale ha urlato «vergogna, vergogna» nei confronti di Evelina Sgarbi. La figlia viene raccontata isolata rispetto al resto della famiglia, che invece è compatta intorno al critico d’arte. Kozeta Hajdini, mamma di Alba Sgarbi, è stata intervistata da Vita in diretta: «Sabrina è una donna che gli è sempre stata accanto, giorno e notte. Merita di essere sua moglie. I figli devono stare zitti, Alba ama suo padre e non lo fa per i soldi. Ha seguito molti giorni dietro di lui. Evelina, non capisce cosa è la depressione che non è pazzia. Si sta riprendendo». Viene raccontato che in aula Alba ha chiesto a Evelina perché ha fatto questo al padre. Barbara Alberti in studio a Vita in Diretta ha commentato: «Una tortura e un oltraggio, sembra quasi una vendetta contro il genio. Essere esaminato per vedere se è in grado di intedere o di volere. Io non riuscirei a parlare, trascinata da sua figlia che sicuramente lo fa per il suo bene».

L’udienza Sgarbi: cosa è successo

L’udienza è necessaria per valutare la richiesta di nomina di un amministratore per Vittorio Sgarbi che è stata avanzata dalla figlia Evelina. Secondo lei, il padre non è più in grando di gestire autonomamente i suoi interessi ma il critico d’arte si è opposto alla richiesta. Questa, infatti, è stata reputata da Vittorio falsa e motivata da presunti interessi economi e dispute familiari.

Il ruolo dell’amministratore di sostegno

La legge 6/2004 ha introdotto in Italia la figura dell’amministratore di sostengo, uno strumento meno invasivo rispetto all’inabilitazione e all’interdizione. Viene pensato per supportare le persone che non riescono a gestire autonomamente i propri interessi. Il giudice, in udienza, ha valutato se la richiesta è basata su un’effettiva preoccupazione per la salute di Vittorio Sgarbi o se, come sostiene il critico, è solamente uno strumento per risolvere dispute familiari e patrimoniali.

I presenti

In aula sono arrivati Vittorio Sgarbi ed Evelina, con un incontro che mancava da mesi. L’avvocato Lorenzo Iacobbi, legale di Evelina, ha commentato prima di entrare in aula: «Andiamo lì per tutelare l’uomo, non il personaggio». Presenti anche la sorella Alba, la sorella Elisabetta e la compagna Sabrina Colle.

Il commento di Pino Insegno

Pino Insegno ha commentato aspramente la vicenda nel salotto de La Volta Buona: «Questa storia bisognerebbe conoscerla più a fondo, come sta Vittorio e il rapporto con le figlie. Quando non c’è una lira ma solo l’amore per un papà, tutto questo non accadrebbe. Io ho perso mia madre, mio padre dopo 50 anni di matrimonio ha trovato un’altra compagna. Inizialmente ero geloso e spaventato, l’ho presa male. Però ho capito che papà ha continuato a vivere e non è stato tolto dalla sua famiglia. Lui aveva 2mila euro in banca». Quando viene fatto vedere un video di Vittorio in studio a Domenica In con le figlie negli anni passati, Insegno afferma: «Secondo me non era tutto perfetto come sembra, era tutto formale». Infine parole di grande stima per il critico: «Lui è un genio e ha fatto innamorare dell’arte»


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