Sono quasi 300mila i calciatori tesserati in più rispetto al periodo Covid, un impatto sul pil di 11,3 miliardi e quasi 130mila Unità Lavorative Annue attivate. Sono questi alcuni dei dati più rilevanti che emergono dalla 14ª edizione del ReportCalcio, il rapporto annuale sul calcio italiano e internazionale sviluppato dal Centro Studi Figc in collaborazione con Arel (Agenzia di Ricerche e Legislazione) e PwC Italia. Gli argomenti del ReportCalcio sono molteplici e rispecchiano la crescente multidimensionalità del calcio italiano: i tesserati, le Nazionali, il calcio professionistico, i confronti con l’estero, gli stadi e il fondamentale settore del calcio dilettantistico e giovanile.
L’obiettivo
L’obiettivo del ReportCalcio è sempre più quello di rappresentare uno strumento strategico per accompagnare e sostenere i processi decisionali del Sistema Calcio, al fine di costruire un nuovo percorso, ambizioso ma realizzabile: coniugare la dimensione della crescita con quella dello sviluppo sostenibile, rafforzando, in parallelo, la competitività internazionale del calcio italiano. «ReportCalcio è l’enciclopedia del calcio italiano – ha dichiarato il presidente della Figc, Gabriele Gravina –. Grazie a un’attività di ricerca di altissima qualità e a una scrupolosa profondità di analisi portata avanti insieme ad Arel e PwC, che ringrazio, evidenziamo i punti di forza e le criticità del sistema senza filtri e con la massima trasparenza. In estrema sintesi, l’attività di formazione coi giovani e quella volontaristica in ambito dilettantistico, cui si sommano le numerose progettualità nel campo della sostenibilità integrale, generano condivisione, benessere, partecipazione e cultura, nonché un indotto economico rilevante, cui abbiamo dedicato un apposito studio per la prima volta in questa edizione». E ancora: «I dati negativi, invece, riguardano il profilo economico-finanziario, laddove, seppur con segnali più incoraggianti rispetto agli ultimi anni, persiste una situazione molto delicata. In questo settore, la Figc ha intrapreso una strada virtuosa che però non può essere davvero esaustiva se la necessità di trovare un sostanziale equilibrio tra costi e ricavi non diventa una scelta consapevole e definitiva da parte dei club professionistici».
I dati
Guardiamo un po’ di numeri: i calciatori tesserati per la Figc nel 2022-2023 ammontano ad 1,1 milioni, mentre i tesserati totali (calciatori, tecnici, arbitri e dirigenti) a oltre 1,4 milioni, dato in significativa ripresa dopo l’emergenza sanitaria (i soli giocatori sono aumentati di circa 270mila rispetto al periodo più intenso di impatto del Covid-19).
La Figc rappresenterebbe il secondo “comune” in Italia in termini di popolazione, mentre i tesserati per l’attività giovanile sono quasi 900mila (oltre un ragazzo italiano su cinque). Nel nostro paese, inoltre, ogni 58 secondi si gioca una partita ufficiale, per un totale di circa 550mila, all’interno di quasi 13mila campi da gioco. Insomma, il calcio rappresenta un fattore positivo di socialità, sviluppo sostenibile, inclusione, integrazione e pari opportunità.
I giovani
Altro dato importante: bisogna ripartire dai giovani. È sempre più evidente la necessità di studiare dei percorsi per incentivare maggiormente gli investimenti nei settori giovanili dei club professionistici al fine di rafforzare il percorso di crescita dei giovani talenti (soprattutto di nazionalità italiana), incrementare gli asset patrimoniali dei club grazie alla crescita del valore del parco calciatori e far crescere il valore e l’interesse dell’intero calcio italiano, puntando sui giovani che si sono già affermati e su una nuova generazione di talenti, in modo da riaffermare ulteriormente il posizionamento dell’Italia tra le nazioni più importanti dell’intero calcio mondiale. Un po’ di numeri sulla dispersione del talento giovanile italiano, confermata da dati inequivocabili: nel 2022-2023 in serie A il minutaggio degli Under 21 italiani, ovvero teoricamente di quei calciatori che hanno ottenuto questi grandi successi con le Nazionali giovanili, incide per appena il 2,8% del totale, rispetto al 31,6% degli Over 21 italiani e al 63% degli Over 21 stranieri.
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