30.05.2025
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Sempio era ossessionato da Stasi? I post su Facebook, i diari e le domande ad Alberto sui video intimi con Chiara Poggi


Andrea Sempio era ossessionato da Alberto Stasi? E’ quanto stanno cercando di capire gli inquirenti che, nella nuova indagine sul delitto Garlasco, stanno stringendo sempre di più il cerchio intorno al nuovo indagato. Non c’è solo l’impronta sul muro attribuita a Sempio a metterlo nei guai, ma anche altri elementi. Dalle indagini — riporta Il Corriere della Sera — starebbe emergendo un interesse quasi ossessivo di Sempio nei confronti di Stasi, che trasparirebbe anche da scritti e diari sequestrati in casa sua. Richiami che si sommano a quelle frasi che rilette oggi suonano suggestive: «Ho fatto cose così brutte che nessuno può neanche immaginare». 

Garlasco, nella villetta 107 impronte (ma solo una è di Andrea Sempio). E sulla porta c’è un “ignoto”

I post di Sempio su Stasi 

Martedì, Alberto Stasi, l’unico ad essersi presentato in Procura a differenza di Sempio che ha scelto di non comparire, ha risposto a molte domande sulla sua conoscenza con Sempio: «Non l’ho mai visto, né Chiara me ne ha mai parlato», ha continuato a sostenere. Gli è stato chiesto anche dei post su Facebook che Sempio pubblicò nei giorni della condanna in appello il 17 dicembre 2014, e in cassazione il 13 dicembre 2015 (già raccolti dai legali dell’ex fidanzato), e dell’interesse quasi ossessivo che sembrerebbe avere nei suoi confronti e che trasparirebbe anche da scritti e diari sequestrati in casa sua. Per questo il Racis dei carabinieri sta tracciando il suo profilo psicologico, mentre una consulenza ridisegnerà la dinamica dell’omicidio in base alla Bpa, lo studio delle tracce di sangue.

I video intimi con Chiara

A Stasi è stato anche chiesto nel dettaglio dei video (anche intimi) realizzati con Chiara, di come se li scambiassero e dei supporti sui quali erano conservati. Clip di cui aveva parlato il fratello Marco Poggi nell’interrogatorio del 18 ottobre 2007: ne era venuto a conoscenza per caso un anno prima usando il pc della sorella, senza averli mai visti, né aver condiviso la cosa con nessuno.

L’alibi

Contro il nuovo indagato oltre la prova scientifica dell’impronta, c’è anche — ed è questo l’ulteriore tentativo investigativo — l’analisi tecnica sulle celle telefoniche dell’intera famiglia Sempio. Tabulati telefonici quasi di un’altra era quando si mandavano ancora sms e il telefono 3G serviva per parlare. Se il cellulare del padre di Sempio non fornisce indicazioni utili del 13 agosto 2007 e dunque bisogna attenersi alle sue dichiarazioni (che coincidono con quelle del figlio allora diciannovenne), le parole della madre Daniela Ferrari sono state confrontate con i dati delle utenze. «lo verso le 8.15 sono uscita per andare a fare delle commissioni, sono andata in un paese vicino per far fare il telecomando del cancello, ho fatto la spesa in un supermercato di Gambolò e sono tornata a casa verso le 10. Mi sono mossa con l’unica macchina che avevamo all’epoca in famiglia» dice a verbale la madre. Al ritorno l’auto la prenderà Sempio per andare in libreria (chiusa) a Vigevano, ma a questo gli inquirenti sembrano non credere, così come a quel tagliando del parcheggio. I dati sui tabulati telefonici — agli atti dell’indagine e visionati dall’Adnkronos — si concentrano tra la sera prima del delitto e la mattina del 13 agosto 2007.

La madre di Sempio, alle 8.41 e un minuto dopo riceve due sms della compagnia telefonica; alle 8.47 invece manda due sms a una persona, probabilmente l’ex vigile del fuoco sentito di recente nella nuova inchiesta. Finora il suo cellulare, il 13 agosto 2007, aggancia Garlasco, cella che copre la sua abitazione e gran parte del comune della Lomellina. Alle 9.09 risulta l’invio di un sms: la cella aggancia Gambolò, zona via Molino, mentre chi riceve (sempre lo stesso conoscente contattato in mattinata) si trova a Vigevano, in zona Aguzzafame. Nessun incontro tra i due dicono le celle. Il cellulare della madre di Sempio non fornisce più indicazioni quel giorno, ma prima dei sospetti c’è l’ipotesi che essendo tornata a casa abbia potuto utilizzare il telefono fisso, presente in ogni abitazione fino a pochi anni fa. E pochi margini offre anche il cellulare di Sempio. L’indagato, già archiviato otto anni fa ha contatti telefonici con due amici — chiamate ed sms si concentrano tra le 9.58 e le 12.18 — e in tutti i casi le celle agganciate dimostrano la presenza di entrambi gli interlocutori a Garlasco. Gli spostamenti da Garlasco a Vigevano e viceversa risultano compatibili con i dati telefonici disponibili. La distanza tra casa Sempio e il parcheggio è di 16 chilometri, distanza percorribile — visto anche lo scarso traffico agostano — in circa 16 minuti. La chiamata delle 9.58 (da Andrea a Mattia Capra) è avvenuta con aggancio della cella di Garlasco, e quindi — se si considerasse l’ipotesi che la partenza di Sempio sia avvenuta a quell’ora — il tempo disponibile fino allo scontrino è di 20 minuti, ed è perfettamente compatibile. Anche alle 11.10 la chiamata che Sempio riceve aggancia la cella di Garlasco, è verosimile che stia rientrando dopo aver trovato la libreria chiusa. Il racconto dell’indagato sembra dunque compatibile nei riscontri con i tabulati telefonici.

L’impronta

La novità dell’impronta numero «33» non sembra cambiare la difesa di Sempio, che ha sempre sostenuto di essere stato «di casa» nella villetta di via Pascoli. «Io sono stato in tutte quelle stanze, tranne la camera dei genitori», la sua posizione espressa ieri ai microfoni di Chi l’ha visto?: «Lì dentro, bene o male, ho toccato di tutto», per questo «non mi stupirei» della presenza di impronte.

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