16.05.2025
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Politics

sedute anche di notte per finire entro il 10 agosto


ROMA Occhi sgranati, scambi frenetici di whatsapp coi colleghi di partito. «Ma che, davvero? A Ferragosto?». Raccontano che, nel leggere l’avviso consegnato ieri al Messaggero dal ministro Luca Ciriani («Se serve, Aula aperta anche a Ferragosto»), i telefonini dello staff del titolare dei Rapporti col Parlamento siano stati presi d’assalto. «Mica farete sul serio?». E invece. Dura la vita del parlamentare con sette decreti legge in scadenza a ridosso delle vacanze estive.

Sbagliare non si può, figurarsi rischiare di far decadere questo o quel provvedimento. E così agosto, Aula mia non ti conosco: il calendario prevede di marciare a tappe forzate. Con un sacco di bottoni verdi da schiacciare prima di poter agguantare il trolley e augurare buone vacanze ai commessi. Ma soprattutto, con la speranza di chiudere entro il 10. E il terrore di restare bloccati nell’afa del centro di Roma fino al 15.

«Se non ci sbrighiamo, ci toccherà fare i gavettoni nel cortile di Montecitorio…», scherza con voce funerea un deputato di maggioranza, tra i pochissimi che in un lunedì di luglio si incrociano sui divanetti del Transatlantico. «Dovevate pensarci prima di fare tutti questi decreti a ridosso dell’estate», lo apostrofa un collega d’opposizione. È la pax agostana, le larghe intese dello sbrighiamoci a chiudere e riparliamone a settembre. Copione che si ripete di anno in anno, sì, ma che stavolta assume contorni particolarmente ansiogeni.

CHIUDERE IN FRETTA
Perché di decreti legge da convertire ce ne sono ben sette: si (ri)comincia domani in Senato con il dl Sport e scuola, si chiude (forse) tra due settimane e mezzo alla Camera con il decreto Carceri. Dulcis in fundo. Perché quello approntato dal Guardasigilli Nordio è il testo su cui si registrano le maggiori fibrillazioni in maggioranza. Con Forza Italia che punta a discutere e almeno qualcuno tra i molti emendamenti presentati. Testo che guardacaso arriverà insieme al dl Infrastrutture, altro passaggio su cui si teme un fuoco di fila di emendamenti. E c’è chi sorride malizioso: li hanno lasciati per ultimi perché a quel punto nessuno avrà più voglia di tirarla troppo per le lunghe, e la discussione filerà via liscia. «Vedrete», si lancia in una previsione un parlamentare di lungo corso: «Dal 7 agosto in Aula ci saranno solo interventi scritti e depositati. Altro che maratone oratorie…». Del resto, «che senso ha tentare la via dell’ostruzionismo? Il risultato sarebbe solo un voto di fiducia su ogni testo».

IL CALENDARIO
E così, in mezzo a tanto pessimismo, c’è anche chi non perde la speranza. E confida che si possa chiudere proprio il 7, oltre ogni più rosea previsione. Perché «oltre al generale agosto – se la ride un senatore d’opposizione – c’è anche un esercito di mogli e mariti sul piede di guerra perché ancora non può prenotare le ferie…». E paventare le permanenza non-stop sui banchi di Montecitorio e Palazzo Madama può servire anche a questo: tenere tutti sulle spine per evitare ostacoli sul percorso.

Comunque vada, le cinque settimane di vacanza dei senatori di un anno fa saranno difficili da replicare. «È vero, l’estate scorsa chiudemmo il 4, ma in ballo c’erano solo due decreti», fanno i conti col calendario alla mano sia dalla maggioranza che nell’opposizione. «Ma c’è sempre settembre, qualcosa si può recuperare». A complicare il tutto, poi, c’è pure l’ok al consuntivo d’Aula. Tanto che non si esclude di lavorare pure di notte. Anzi: il programma dei lavori di Montecitorio delle prossime settimane mette già in conto almeno altre tre sedute in notturna, con prosecuzione dalle 21 alle 24 (oggi, domani e venerdì). Chiudere presto, a costo di rimanere in Aula di lunedì e venerdì (quando di solito i lavori languono).

Parlamentari imbufaliti, insomma? I loro colleghi di governo alzano le spalle: una proposta di calendario, affidata ai sapienti giochi di incastri del ministro Ciriani, è in lavorazione. E se nessuno si impunterà su questo o quel decreto (e se dai ministeri arriveranno in tempo tutti i pareri), il Ferragosto dovrebbe essere salvo. «Ma bisogna correre», è il messaggio. «E dipende soprattutto da voi». Onorevoli avvisati, ferie (mezze) salvate.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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