22.05.2025
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«Se sopravvivo, non voglio tornare alla vita di prima. Ora sono libera ma la notte mi viene da piangere»


Eleonora Giorgi ha rilasciato una lunga intervista a Vanity Fair in cui si è raccontata tra il divorzio da Rizzoli, l’allontanamento dal cinema, la dipendenza, fino alle ultime notizie sulla malattia e il rapporto speciale con la famiglia (specie con il nipotino). Le foto la ritraggono sorridente, «ora sono libera» spiega.

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L’intervista: «Parlare della malattia è stato liberatorio»

L’intervista inizia dal racconto della malattia, di cui la stessa Eleonora Giorgi ha parlato apertamente a Verissimo di recente. Poter condividere il suo stato di salute con il pubblico è stato un modo per trovare supporto e uscire dall’isolamento della sua situazione.

«Chi scopre di essere malato vive innanzitutto un’incredibile solitudine — spiega Giorgi -. Parlarne per me è stato liberatorio. Non è stata “vanità”. Io sono cresciuta con il pubblico. Avevo 19 anni quando è iniziata la mia carriera. Ma non è questo: parlarne è stato un modo per mettere ancora più a fuoco il valore del tempo che resta. Un mese, un anno, una vita: non importa. Ciò che conta è quello che voglio ora: stare con i miei figli, con la mia famiglia, con gli affetti. Mi sono riparata in questo bozzolo d’amore. Un bozzolo che è più vita di quella che avevo prima». E affronta a modo suo la paura della morte. «Per me l’anima è quella voce che mi parla fin da bambina. Non so se ci sia un dopo. Sento però che c’è stato un prima».

Le foto la ritraggono sorridente e con i capelli rasati, un cambiamento che le ha portato libertà. 

«Ora sono libera» spiega «perdere i capelli mi ha insegnato che vedere il lato positivo è una forma di grande libertà. C’è un tempo per ogni cosa nella vita: oggi è finalmente arrivato quello di cogliere tutto l’amore che mi circonda.

E poi rivela: «Se sopravviverò, non posso dire se guarirò ma se comunque le cose si metteranno un po’ meglio, io alla vita di prima non voglio tornare. Voglio passare tutto il tempo che mi resta così, con l’amore che ho finalmente riscoperto. Mi sono stufata di fare la Giorgi. Preferisco fare la babysitter al mio nipotino». 

Sulla storia con Angelo Rizzoli: «Vorrei parlare con lui e chiedergli: perché bandirmi dal cinema?»

Sulla carriera Eleonora GIorgi ammette: «Non volevo fare l’attrice.

Mi interessava il restauro dell’opera pittorica antica. Invece la compagna di mio padre mi chiese di fare delle foto come modella. Ero carina». 

Poi l’attrice richiama il ricordo di un carosello di uomini che ha incontrato e che le hanno cambiato la vita: ecco cosa conserva di loro. Di Federico Fellini ricorda «l’odore di lavanda che aveva», con Carlo Verdone ha fatto il suo «lavoro migliore» e l’appello: «Carlo mi ha delusa perché non mi ha mai più chiamata a lavorare con lui. Ma sono ottimista: Carlo, c’è ancora tempo, poco ma c’è. Che cosa aspetti a chiamarmi?». Adriano Celentano, invece, «uno degli uomini più sexy mai incontrati. Mi innamorai di lui».

E sulla storia con Angelo Rizzoli racconta di ricordare che «in un viaggio in India, quando eravamo sposati, un astrologo gli fece il tema natale: scrisse rovina, malattia, carcere, disgrazia. È una storia troppo complicata di cui non voglio più parlare. Però se esiste un aldilà, se c’è qualcosa dopo la morte, ecco, se potessi incontrare di nuovo qualcuno, vorrei parlare con lui. Per chiedergli: perché? Perché bandirmi dal mondo del cinema?».

Nella vita dell’attrice c’è stata inoltre anche una dipendeza da eroina. «Ero sola, senza genitori, mi ero appena lasciata e avevo avuto i primi successi. Comprai una moto, la mitologica Honda 750, dal mio ex e la prestai ad Alessandro Momo, il ragazzo con cui stavo. Aveva diciassette anni, a me diceva di averne venti. Un giorno mi telefona e mi dice: ti porto io la moto. Cadde al Foro Italico e morì. Ero da un’amica, mi chiama mio padre e mi racconta dell’incidente. Io mi precipito all’ospedale, una pazza, corro. E poi torno a casa, sola. Mi citofonano e penso: saranno i miei genitori. Invece no, erano i paparazzi. Come fa una ragazzina a sopportare tutto questo? Mi buttai nell’eroina e poi per fortuna riuscii a uscirne».

Il rapporto con il nipotino e l’amore della famiglia

Come spiegare però al nipote la malattia?

«Questo davvero non lo so. Quando gioco col mio nipotino lui nemmeno si accorge che sono malata. Quindi non glielo dico. Però ho chiesto che se morirò non voglio che gli dicano che me ne sono andata. Mi piacerebbe che gli dicessero che sono diventata un angelo».

L’attrice ha inoltre cercato di trasformare la difficoltà in occasione per recuprare il tempo perduto.

«E quando ti succede mai di ritrovarti al centro dell’amore della tua famiglia a 70 anni? Io non voglio tornare alla Giorgi di prima. Quest’anno siamo stati talmente uniti che mi è sembrato di recuperare tutto quello che altrimenti sarebbe andato perduto. Certo, la notte, quando sono da sola, è più difficile. Mi viene da piangere perché tutti i ricordi mi assalgono. I miei figli da piccoli, i miei genitori, tutto il dolore che ho provato per l’allontanamento dal cinema. Poi però passa, arriva l’alba e io so che c’è un altro giorno da vivere, un altro giorno per amare. Ho appena fatto una chemio davvero tosta. Però oggi sto bene e sono qui con voi».

E conclude: «Se c’è una cosa che questo tumore mi ha insegnato è che la vita è una cosa magica che non va sprecata. Quindi, esci dalla tua zona di comfort, rischia, muoviti. Non importa mai quanto tempo hai a disposizione ma come scegli di viverlo. La bontà, invece, riguarda la capacità di essere felici di quello che si ha. Non serve provare invidia» e «provate a vivere il tempo che resta con bontà. Solo così il tempo che resta diventerà vita. Vita vera».

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