11.05.2025
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«Se non avessero cambiato pista probabilmente sarebbero tutti vivi»


«In emergenza e dopo un impatto con gli uccelli, o bird strike, dalla torre di controllo non deve mai arrivare l’ordine di cambiare pista. Questo è uno degli errori umani che hanno portato all’incidente. L’altro è quell’ostacolo di cemento in fondo alla pista che non avrebbe dovuto esserci. Senza quel muro, probabilmente non staremmo qui a parlare di vittime. I bird strike avvengono per lo più a bassa quota, c’è tempo per atterrare senza danni». Antonio Bordoni, esperto di sicurezza del volo col sito air-accidents.com, considera «del tutto sbagliato» l’ordine di atterrare dalla parte opposta della stessa pista.

In sintesi, che cosa è successo?

«L’aereo HL8088 della Jeju in volo da Bangkok ha cercato di atterrare sulla pista 1 di Muan. Pochi minuti prima, il ministero dei Trasporti della Corea del Sud aveva lanciato l’allerta bird strike e da allora è cominciata una serie negativa di eventi. Invece di atterrare, con i motori fuori uso i piloti si sono trovati a dover fare un’inversione di rotta per il cambio di pista. Il Boeing è poi atterrato a metà della numero 19, a quanto pare senza i carrelli fuori, ed è uscito di pista andando a impattare con quel muro che non doveva esserci».

Ma perché, se nel primo tentativo il carrello era uscito?

«Sì, ma poi gli è stato detto di fare il giro, il carrello è stato ritirato, gli hanno detto di atterrare nella direzione opposta e i motori sono andati in fallout, hanno ceduto. Bisognava azionare l’Apu, il sistema ausiliario di energia, che impiega 2 minuti per entrare in funzione. È possibile che i piloti neanche si fossero accorti di atterrare senza carrello».

È ipotizzabile un malfunzionamento del velivolo?

«No. L’aereo aveva 15 anni, senza incidenti, e non era un Boeing Max. Il bird strike, insieme alle turbolenze in volo, è la causa più frequente di incidenti. Le turbolenze sono invisibili, l’unico modo per evitarle è il passaparola coi piloti che le attraversano prima. Quest’anno c’è stato il primo morto per turbolenze, un britannico 82enne su un volo da Londra a Singapore».

E il bird strike?

«Di solito non produce effetti devastanti. L’episodio esemplare è quello raccontato nel film Sully di Clint Eastwood. Tutto si svolse in pochi minuti il 15 gennaio 2009. Decollando dall’aeroporto LaGuardia di New York, l’Airbus A320 subì un bird strike, perse l’uso di entrambi i motori ma riuscì ad ammarare nel fiume Hudson. Tutti salvi».

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