La premier Giorgia Meloni ha concesso un’intervista al Tg La7. Su Kiev ha dichiarato: «La linea del governo è molto chiara dall’inizio, abbiamo sostenuto l’Ucraina per costruire la pace. La pace non si costruisce con le buone intenzioni ma con la deterrenza. La linea del governo deve rimanere la stessa per costruire un percorso verso la pace».
«Non parlerei di un incrinarsi dei rapporti tra Usa ed Europa — ha aggiunto Meloni -. Questo documento di Trump dice qualcosa che va avanti da tempo, ovvero un processo storico inevitabile.
Se l’Europa vuole essere grande deve essere capace di difendersi da sola. Quando appalti la sicurezza a qualcun altro devi sapere che c’è un prezzo da pagare. Quello che è accaduto al vertice della Nato è questa cosa qui, a me non ha stupito. Sappiamo che è un processo inevitabile ed è un’occasione per noi. Chiaramente la difesa ha un costo economico e produce una libertà politica».
Cambiando argomento, sul futuro dell’esecutivo la premier ha assicurato: «Tranquilli, il governo rimane in carica fino a fine legislatura comunque vada il referendum sulla giustizia. Consiglio di andare a votare guardando al merito delle norme, la giustizia può migliorare».
Per la presidente del Consiglio, quella del premierato è una riforma «economica»: «Il Sole 24 ore ha pubblicato qualche giorno fa una stima per la quale l’instabilità dei governi nei 10 anni precedenti all’arrivo di questo governo è costata in termini di interessi sul debito 265 miliardi di euro. Significa un’altra legge finanziaria ogni anno. Mentre oggi lo spread sotto i 70 punti vuol dire risparmiare interessi sul debito. E la stabilità di questo governo consente, per esempio, in 3 anni di portare 80 miliardi di investimenti dall’estero. Il premierato è una riforma economica. Quindi io sono determinata ad approvarla».
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