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Scuola al via col triste record di supplenti. Ma sono in arrivo oltre 20mila assunzioni


La maestra delle elementari cambia di anno in anno, spesso anche da una settimana all’altra. Lo stesso vale per i professori delle scuole medie e così anche alle superiori. Un valzer di cattedre che inevitabilmente travolge la didattica in classe, in più di un caso su 4. I numeri dei supplenti della scuola italiana, infatti, continuano a salire: quest’anno, secondo le stime dei sindacati, i precari saranno 250mila. Si tratta di una previsione ma l’allarme c’è e scatta a pochi giorni dall’avvio del nuovo anno scolastico, il 1 settembre prossimo. In queste ore infatti gli uffici scolastici stanno lavorando per le oltre 45mila immissioni in ruolo previste dal ministero dell’istruzione e del merito e già autorizzate. Ma resteranno comunque in cattedra centinaia di migliaia di supplenti.

LA CONTINUITÀ IMPOSSIBILE

Si tratta di un triste record che penalizza innanzitutto la continuità didattica degli studenti, compresi quelli più fragili, ma anche la stabilità del personale scolastico. I concorsi in fase di svolgimento e quelli che partiranno a breve giro potrebbero portare una boccata di ossigeno agli istituti. Ma la questione è annosa: parte da lontano ed è evidentemente di difficile soluzione. I numeri che arrivano dai sindacati raccontano infatti di una situazione che va avanti da anni e che cresce inesorabilmente: nell’anno scolastico 2017-2018 i supplenti erano circa 132mila. Un dato importante ma decisamente ridotto rispetto a quello più recente visto che lo scorso anno, quindi nel 2023-2024, il totale dei supplenti è schizzato a 232mila docenti. Sul dato del 2017-2018 probabilmente pesano, in senso positivo, le immissione in ruolo della riforma della Buona Scuola, avviata con la legge 107 nel 2015, che stabilizzò decine di migliaia di precari. Quindi i precari erano meno ma poi da lì a qualche anno i numeri sono risaliti.

Di fatto comunque l’incremento dei supplenti, in soli 6 anni, è stato del 72%. E il trend non accenna a fermarsi visto che le stime per il prossimo anno scolastico, il 2024/2025, vedono toccare quota 250 mila precari. Questa previsione di 250mila supplenti potrebbe ridursi di circa 20mila unità, tramite i posti accantonati per il prossimo concorso del Pnrr che dovrebbe partire ad ottobre, e tornare quindi durante l’anno scolastico agli stessi numeri del 2023-24. I posti vacanti per le assunzioni sono 63.685 e, per ora, su questi sono state autorizzate 45.124 immissioni in ruolo, circa il 70% del totale. Dovrebbero arrivare poi dal prossimo concorso Pnrr altre 18.561 assunzioni. Ma anche l’accantonamento di questi posti per il concorso Pnrr ha suscitato polemiche tra i precari in attesa di un’assunzione: «Il non aver autorizzato tutti i posti disponibili, in attesa di una futura procedura concorsuale, in ragione del Pnrr — ha scritto Giuseppe D’Aprile, segretario della Uil scuola, in una lettera inviata al ministro all’istruzione e al merito Giuseppe Valditara — determinerà, in molte regioni, la mancata assunzione in ruolo dei docenti inseriti nelle graduatorie dei concorsi ordinari».

Convocare tanti supplenti comporta un lavoro notevole anche per le segreterie, già sotto organico, che ogni anno devono scorrere le graduatorie e convocare i precari. Aspettare la risposta e, se non arriva, continuare le convocazioni. Un super lavoro che può andare avanti per settimane dall’avvio delle lezioni, In alcuni casi, in passato, ci sono state convocazioni che sono andate avanti anche per mesi con i contratti a tempo determinato di un anno ridotti a pochi mesi. Senza contare che diventa difficile anche trovare il personale disponibile poiché ci sono classi di concorso in cui mancano i nominativi da convocare: lo scorso anno, ad esempio, già nei mesi di ottobre e novembre erano esaurite le graduatorie dei supplenti nelle classi di concorso per Scienze e matematica, Fisica, Italiano, Storia, Geografia alle medie e Inglese. Oltre alle diverse aree per il sostegno. Una ricerca che si svolge quindi in maniera capillare e che va avanti per mesi.

IL PERSONALE ATA

Tutto questo considerando che saranno assegnati con la supplenza anche 20mila posti tra il personale Ata, vale a dire ausiliari, tecnici e amministrativi. È precario anche il personale scolastico di segreteria, che convoca a sua volta i precari tra i docenti. «È indispensabile ribadire che negli ultimi anni sono stati tagliati, per effetto della Legge 133/08, oltre 50mila posti Ata — spiega Marcello Pacifico, segretario nazionale Anief — è stata una cancellazione di posti di lavoro, all’interno delle scuole, che ha tagliato le gambe agli istituti, costringendo dirigenti scolastici e direttori amministrativi a fare i salti mortali per assicurare il migliore servizio possibile. Nell’ultimo periodo, poi, con il moltiplicarsi delle incombenze lavorative dovute alla gestione amministrativa dei progetti derivanti dal Pnrr, le cose sono ulteriormente peggiorate».

TUTELE E AUMENTI

Ma nella scuola non ci sono solo criticità: il ministro Valditara ha assicurato ieri che per il prossimo anno scolastico sarà garantita la tutela assicurativa Inail per gli infortuni al personale scolastico e agli studenti ed ha sottolineato come gli aumenti del personale scolastico, previsti dagli ultimi rinnovi dei contratti dei docenti e dei dirigenti, abbiano contribuito all’incremento del reddito delle famiglie italiane, certificato dall’Ocse come il migliore al netto dell’inflazione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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