18.05.2025
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Politics

sconti di pena, linea soft


ROMA Un accordo a metà. Il governo tiene il punto sul decreto-carceri: nessuna concessione a maxi-sconti di pena, solo ritocchi mirati per permettere ai detenuti fragili, anziani e tossicomani di scontare gli ultimi mesi fuori dai penitenziari.

È il giorno dell’appello di Sergio Mattarella a fare presto sul sovraffollamento e l’emergenza suicidi in carcere. E il Parlamento per tutta risposta si trasforma in un ring. Da un lato il centrodestra diviso che trova una quadra dopo una riunione fiume al Senato: passano solo due dei sette emendamenti di Forza Italia per alleggerire il decreto carceri firmato da Carlo Nordio. Dall’altro le opposizioni infuriate e pronte all’Aventino, in protesta contro il rinvio alla Camera dell’esame della proposta di legge svuota-carceri del renziano Roberto Giachetti.

LE TENSIONI

La giustizia scalda gli animi dentro e fuori la maggioranza, in quest’ultimo sprint prima della pausa agostana. E preoccupa la premier Giorgia Meloni impegnata in prima persona a evitare incidenti e tensioni all’interno della sua coalizione. Ieri la presidente del Consiglio ha avuto più contatti telefonici con il vicepremier e leader di Forza Italia Antonio Tajani. Una tessitura per cercare un punto di contatto tra due linee opposte al governo. Dura e intransigente, sulle scarcerazioni “facili”, quella di Lega e Fratelli d’Italia, di tutt’altro tenore le richieste forziste — nel solco di Berlusconi — per alleviare il sovraffollamento dei centri di detenzione. Il risultato è una mediazione faticosa. «La politica è l’arte del compromesso», sospira nel pomeriggio il capogruppo azzurro al Senato Maurizio Gasparri.

Un compromesso, si diceva. Forza Italia la spunta su due emendamenti. Il primo permette ai detenuti malati con più di settant’anni e meno di quattro anni di pena residua di accedere agli arresti domiciliari, tranne nel caso di reati gravi. Il secondo riguarda la messa alla prova e permette di estenderla ai lavori di pubblica utilità. Ottiene anche, il partito azzurro, un ordine del giorno condiviso che prevede la possibilità dei tossicodipendenti di scontare la pena in comunità.

Gli altri emendamenti invece sono ritirati. Incluso il più importante per i forzisti, su cui insiste lo stesso Tajani parlandone con Meloni: la concessione della semilibertà per i condannati con meno di quattro anni di pena residui. Niente da fare. Passa la linea del rigore e a dettarla è lo stesso ministro della Giustizia Carlo Nordio in mattinata con una riunione fiume di maggioranza a Palazzo Madama ospitata nello studio della capogruppo della Commissione giustizia leghista Giulia Bongiorno, insieme al capo di gabinetto di Nordio Giusi Bartolozzi, i sottosegretari Andrea Ostellari e Francesco Paolo Sisto. «La maggioranza è coesa», assicura all’uscita Bongiorno, anche se tra le file forziste resta la delusione per il mancato accordo sulla semilibertà, un vecchio pallino del Cavaliere.

L’AVENTINO

Il vero scontro però si consuma con le opposizioni, con buona pace delle strigliate arrivate dal Colle. Clima tesissimo fin dalla mattina, quando nel Transatlantico del Senato va in scena un duro batti-becco tra Nordio e i senatori dem Rossomando e Verini. Dal Pd accusano il governo di non aver preso in considerazione neanche una delle 225 proposte avanzate per allargare il perimetro del decreto-carceri. Fra queste, una norma che consentirebbe di togliere dal carcere i figli con meno di tre anni spostando le madri a scontare la pena in case famiglia.

Proposta però finita contro il muro di Lega e FdI. Come non bastasse, nel pomeriggio alla Camera si accende un’altra miccia. Il partito della premier chiede e ottiene in aula il rinvio dell’esame del testo di Giachetti per accelerare sullo svuotamento delle carceri con un netto aumento degli sconti di pena: se ne riparlerà, semmai, più avanti. «Uno schiaffo alla civiltà», affonda la dem Debora Serracchiani. «Proposta irricevibile» le fa eco il segretario di Più Europa Riccardo Magi. La battaglia, promettono le opposizioni, ripartirà la prossima settimana.

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