15.05.2025
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Economy

Sciopero generale 29 novembre, caos trasporti. Precettazione di Salvini, i sindacati verso il ricorso


Continua lo scontro tra il governo e i sindacati sullo sciopero di venerdì e arriva la precettazione del ministro Matteo Salvini nei trasporti. Cgil e Uil hanno confermato la mobilitazione in questo settore di 8 ore, nell’ambito della protesta generale di 24 ore contro la manovra (ogni lavoratore per il proprio turno da massimo 8 ore). È la terza protesta di fila da quando c’è il governo guidato da Giorgia Meloni. Salvini, ieri, ha ricevuto le due sigle sindacali al Mit per un tentativo di conciliazione, ma dopo giorni di tensione ha deciso di chiudere la partita riducendo la protesta a 4 ore, come era stato chiesto anche dal Garante per gli scioperi. I due sindacati vanno verso il ricorso al Tar. Il numero uno del Mit ha ridotto lo stop nel settore dei trasporti, «così da contenere i disagi per i cittadini». Si fermeranno per sole 4 ore bus, tram, metro e treni locali. Ma anche aerei e navi. Già esclusi, invece, i treni nazionali, vista la protesta già avvenuta lo scorso weekend.

LE RAGIONI

Per il resto lo sciopero nell’arco delle 24 ore di venerdì (dalle 21 di giovedì 28 alle 21 di venerdì 29 novembre) riguarderà tutti i settori privati e pubblici (a parte i treni): dai metalmeccanici al commercio, dalla scuola alla sanità, dalla giustizia alle poste. «In 25 mesi di governo — ha tuonato Salvini — 1.342 scioperi proclamati e 949 effettuati: 38 al mese, di cui 518 proclamati e 374 effettuati a livello nazionale, più di uno sciopero al giorno. Spesso si tratta di proteste prima o durante il weekend». «Esiste — ha aggiunto — il diritto allo sciopero per i sindacalisti, ma anche quello alla mobilità, alla salute e al lavoro della stragrande maggioranza degli italiani: evitiamo loro un altro venerdì di caos». Nel settore dei trasporti si è trattato quest’anno per lo più di scioperi di sigle autonome o su base locale, motivo per cui dalle forze politiche sia di maggioranza che di opposizione, seppur con sensibilità diverse, si leva la voce di una necessaria riforma della rappresentanza sindacale. In ogni caso, secondo il Mit, da mesi il Paese è bloccato. Come sottolinea poi Andrea Giuricin, docente all’Università Bicocca e tra i maggiori esperti nel settore del trasporto su ruota e gomma, «la grande quantità di proteste nel settore dei trasporti, in primis le ferrovie, crea problemi a cittadini e turisti, con un impatto sull’economia nazionale». E «visti i contemporanei lavori sulla rete ferroviaria, legati al Pnrr, la riprogrammazione è sempre più complessa».

Dopo la precettazione, comunque, i sindacati (con l’esclusione della Cisl, contraria alla protesta) non arretrano. «Noi rispettiamo le regole: impugneremo la precettazione e ci rivolgeremo al Tar», ha fatto sapere il leader della Uil, Pierpaolo Bombardieri. La Cgil di Maurizio Landini, invece, ha spiegato che «Salvini non voleva conoscere le ragioni tecniche ed etiche del perché protestiamo». «La precettazione — hanno aggiunto — è una lesione del diritto di sciopero e il diritto alla mobilità andrebbe garantito dal ministro sempre, non solo durante le proteste». D’accordo le opposizioni, dal M5s e Avs al Pd. Secondo la segretaria dem, Elly Schlein, «il governo rifiuta il confronto con i lavoratori, respinge i tentativi di esporre le proprie ragioni e nega il diritto di sciopero: una violazione grave». Per i pentastellati, invece, «è il ministro che va precettato, perché scappa dai problemi dei trasporti, in pieno caos ritardi e cancellazioni, tagliando i fondi per il settore».

LA DIVISIONE

I sindacati, quindi, sfidano il Garante per gli scioperi, che aveva parlato ieri di «fondato pericolo di un pregiudizio grave ai diritti dei cittadini» con lo sciopero. «Ha obbedito ai diktat del ministro» hanno risposto Cgil e Uil. Ma si son poi detti convinti che «la protesta sarà esercitata nel rispetto della legge, a partire dalle fasce di garanzia». Le due sigle scenderanno in piazza per chiedere di cambiare la legge di Bilancio, considerata «inadeguata», e di aumentare salari e pensioni, ma anche i fondi per sanità, istruzione, servizi pubblici e politiche industriali. Nei trasporti, poi, il focus (anche secondo le sigle autonome) è su «precarietà, sfruttamento, licenziamenti, poca sicurezza e salari troppo bassi».

Per Luigi Sbarra, segretario della Cisl, lo sciopero è invece «sbagliato, perché: crea disagio tra lavoratori e cittadini, infuoca inutilmente le relazioni industriali e allontana il mondo del lavoro dai sindacati». La manovra, secondo Sbarra, «presenta tanti elementi che sono coerenti con quanto abbiamo rivendicato».

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