BERLINO Per la prima volta la Germania, da quando i talebani hanno ripreso il potere in Afghanistan, ha espulso in grande stile rifugiati afghani responsabili di gravi reati, per lo più stupri ai danni di ragazzine. È l’effetto dell’attentato terroristico di Solingen e delle elezioni di domenica in Sassonia e Turingia, dove si prevede una debacle per i tre partiti di governo (Spd, verdi e liberali).
Un volo charter di un Boeing 787 della Qatar Airways è decollato stamane dall’aeroporto di Lipsia (Sassonia) per Kabul con a bordo 28 ex rifugiati afghani macchiatisi di atti criminali e detenuti da tempo in diversi Länder. L’attentato del 23 agosto a Solingen, con tre morti e otto feriti, era stato compiuto da un profugo siriano affiliato dell’Isis, il quale, grazie a una inaudita catena di errori burocratici, si trovava ancora in Germania sebbene avrebbe dovuto essere espulso da un paio di anni. Era un cosiddetto “dublinante”, un rifugiato che in base agli accordi di Dublino avrebbe dovuto essere rispedito in Bulgaria, primo paese di approdo. Sofia si era detta anche pronta a riprenderselo ma Issa al Hassan (26 anni), nei rimpalli e le negligenze della burocrazia tedesca, era riuscito a farla franca. Pochi giorni dopo l’attentato, il cancelliere Olaf Scholz si era recato a Solingen e aveva promesso una risposta forte dello Stato. Ieri si è passati ai fatti con l’espulsione dei primi afghani. Altri seguiranno, come già annunciato dal governo, che intende anche applicare alla lettera gli accordi di Dublino: una cattiva notizia per l’Italia.
LA COOPERAZIONE
Fra l’annuncio e la sua attuazione c’è stato di mezzo un veemente intervento del leader dell’opposizione Cdu, Friedrich Merz, che non dà tregua da mesi a Scholz e si considera di fatto, forte dei sondaggi, cancelliere in pectore dopo il voto politico fra un anno. Merz ha offerto al cancelliere la cooperazione della Cdu per approvare al Bundestag un pacchetto di misure restrittive per contrastare l’immigrazione, scavalcando gli alleati di governo verdi e liberali che sono spesso di idee opposte e non fanno altro che accapigliarsi. La proposta di Merz si spinge più in là: espulsioni, stop agli arrivi da Siria e Afghanistan, più risorse alla polizia e stop alla legge del governo semaforo che accorcia i tempi e facilita il rilascio della cittadinanza tedesca ai rifugiati.
Quello deciso da Scholz e dalla ministra degli interni Nancy Faeser (anche lei Spd), non soddisfa appieno le richieste dell’opposizione, ma è un primo passo, e un atto molto simbolico e un tentativo in estremis di togliere munizioni all’ultradestra xenofoba dell’Afd in vista delle regionali a Est domani.
Le cose per il cancelliere si mettono male: il governo è penalizzato da mesi nei sondaggi e alle regionali in Sassonia e Turingia i tre partiti della coalizione semaforo rischiano una sonora batosta e qualcuno persino di non arrivare al 5% e quindi di scomparire dai parlamenti regionali. Per domenica si preannuncia un terremoto politico che farà sentire le sue scosse anche a Berlino, al Bundestag e alla cancelleria. Sono in molti infatti a domandarsi se il governo semaforo, nel caso di un disastro domenica a Est, potrà restare ancora in piedi e trascinarsi fino alle legislative a settembre 2025. O se invece si arrivi a elezioni anticipate.
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