IL CASO
ROMA Solo ad un anno dallo stupro di gruppo subito da una campionessa di scherma straniera (all’epoca dei fatti ancora minorenne), la Federscherma ha sospeso in via cautelativa Lapo Pucci, 19 anni, ed Emanuele Nardella, 21 anni. La ragazza che gareggia per l’Uzbekistan ed è tra le prime atlete della sua categoria al mondo, può finalmente tirare un sospiro di sollievo: non sarà più costretta a vedere in pedana, ad allenarsi e a gareggiare accanto a lei, le stesse persone che denunciò alla Procura di Siena, competente del territorio di Chianciano Terme, il luogo dove si è svolto il fattaccio e dove in quei giorni si trovavano tutti in ritiro.
INDAGINI
Due giorni fa la Procura di Siena ha notificato l’avviso relativo alla conclusione dell’indagine ai due giovani schermidori italiani, membri della nazionale juniores. L’ipotesi di reato contestata ad entrambi è violenza sessuale di gruppo. Nel frattempo si è mossa anche la magistratura sportiva. Dopo aver appreso della conclusione delle indagini da parte della Procura senese, il presidente federale, Paolo Azzi, ha trasmesso l’informazione alla Procura federale interna per le azioni conseguenti e previste dai regolamenti. «È chiaro che la Procura di Siena si appresta a chiedere il processo. Attualmente si sono chiuse le indagini ed è stato messo un punto fermo a questa storia. Di conseguenza la Procura federale ha preso i provvedimenti che riguardano la sospensione. Prima non avrebbe potuto agire» ha spiegato Azzi, confermando che i due atleti italiani in questi mesi hanno continuato a gareggiare. «Prima non ci sarebbero stati i presupposti per la loro sospensione cautelativa poiché dovevamo attendere. Quando ci sarà la fine del processo e la sentenza allora si potrà prendere in considerazione l’espulsione, ma solo se verranno ritenuti colpevoli». La famiglia della ragazza, tramite l’avvocato Luciano Guidarelli, aveva sollecitato con un esposto provvedimenti sospensivi immediati, facendo notare che per la vittima rivedere in gara i due atleti rappresentava un pesante stress emotivo e prolungava il trauma della violenza.
LA RICOSTRUZIONE
Il racconto della giovane su quella notte è drammatico e lo ha ripetuto anche davanti ai magistrati alcuni mesi fa. La mattina del 5 agosto 2023 si è risvegliata in una stanza che non era la sua, nell’albergo in cui alloggiavano tutti gli atleti in ritiro. Non riusciva a muoversi per i forti dolori che avvertiva ovunque, si sentiva intontita al punto da faticare a essere presente a sé stessa. Si ricordava le frasi di scherno che le venivano rivolte dai presunti violentatori. Quando la schermitrice uzbeka riuscì finalmente a raccogliere le forze e a trascinarsi a fatica nella sua stanza disse alla compagna di squadra di essere stata stuprata e poi telefonò alla madre che in quei giorni si trovava a Roma. Fu portata al pronto soccorso dove confermarono che aveva subito violenze. Nel frattempo i giovani indagati hanno continuato a negare ogni accusa, prendendo parte alle gare nazionali e internazionali, frequentando lo stesso ambiente agonistico della giovane.
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