Un appello alle forze di opposizione, affinché tutto l’arco parlamentare approvi, domani, la mozione di maggioranza per Gaza che ricalcherà, nei progetti del governo, il piano di Donald Trump per giungere alla pace in Medio Oriente. A lanciarlo è la premier Giorgia Meloni, parlando con tre quotidiani, tra cui il Messaggero, all’aeroporto di Fiumicino, prima di salire sul volo di linea che la condurrà, al fianco degli alleati, a Lamezia Terme per tirare la volata finale a Roberto Occhiuto, il governatore uscente di nuovo in campo per assicurarsi il bis in Calabria.
IL PIANO
Lunedì scorso, alla Casa Bianca, il Piano del tycoon in 20 punti ha incassato il placet di Benjamin Netanyahu, l’osso più duro per arrivare a piantare bandiera bianca dopo due anni di guerra sanguinaria. «È un Piano che sostengo e credo che sia ragionevole. Anzi, ci tengo a dire una cosa — afferma la presidente del Consiglio, un paio di occhiali scuri calati sugli occhi stanchi, mentre accenna con la mano un saluto alle hostess impegnate nei controlli — : giovedì (domani) ci sono in discussione in Parlamento le mozioni su Gaza. Penso sarebbe un bel segnale se tutto il Parlamento sostenesse la proposta per il cessate il fuoco e rilascio degli ostaggi che è stata presentata ieri da Trump e sulla quale c’è un endorsement che, in buona sostanza, arriva da tutti i Paesi arabi e da diversi Paesi europei», e di cui, con gli altri leader del Vecchio Continente, «parleremo ragionevolmente al Consiglio informale europeo» che già oggi condurrà la presidente del Consiglio a Copenhagen. «Penso sarebbe un bel segnale se, almeno su questo, il Parlamento fosse compatto, unito nel sostegno a Gaza», rimarca Meloni, mentre traspare in lei l’amarezza, mista a preoccupazione, per la decisione di Flottilla di andare avanti, forzare il blocco israeliano entrando in acque non sicure e accollandosi tutti i rischi del caso. «Non voglio parlarne», taglia corto la premier apprestandosi a salire sullo stesso volo viaggiano Elly Schlein, Antonio Tajani, Angelo Bonelli, Nicola Fratoianni. Tutti diretti in Calabria, ognuno per le rispettive campagne elettorali.
Su Flottilla, spiega ancora la premier ai cronisti, «è controproducente intervenire, perché è diventato un tema politico e su queste vicende non si dovrebbe fare campagna elettorale. Mi pare molto pericoloso quel che si sta facendo». E poi aggiunge, con un tono ancora più grave: «Confidavo sul fatto che con un appello del Presidente della Repubblica si tornasse tutti concentrati, ma mi pare non abbia funzionato neanche quello, figuriamoci se dovessi pronunciarmi io: ogni parola che dico serve solo a scaldare gli animi e non c’è bisogno di farlo in questa fase, perché è molto pericoloso quel che sta accadendo. Quindi preferisco di no». Cambierà idea in serata, con la nota diffusa da Palazzo Chigi nella quale chiede agli attivisti di fermarsi «o si mette a rischio il piano di pace Usa». Quello è il pallino del giorno, un appello alle opposizioni per restituire un’immagine di unità su Gaza, che passa dal piano americano siglato da Trump per tracciare la rotta verso la pace. Se ne parla anche sull’aereo per Lamezia, che diventa un mini-Transatlantico. Schlein in Economy, Meloni, Tajani, Fratoianni e Bonelli in Businness, i contatti ravvicinati tra maggioranza e opposizioni. Tajani cerca di rassicurare i due di Avs («ho chiesto al ministro israeliano di non usare violenza, qualora intervenissero») che da parte loro chiedono che «eventuali interventi ci siano di giorno e non di notte». Lo stesso Tajani che promette a Schlein, con la quale aveva avuto un recente colloquio proprio in Transatlantico (quello vero), di «tenerla informata» sugli sviluppi. Meloni che, sotto la pista, scherza con Elly sulle regionali nelle Marche e ribadisce che il governo su Flotilla «sta facendo il possibile».
Anche se poi, dal palco di Lamezia, la premier torna all’attacco: «I cittadini sono più intelligenti di come li fa la sinistra guardano al lavoro, ai risultati e non si fanno ammaliare dagli slogan facili e dal fumo gettato negli occhi e non si fanno trattare da stupidi come li tratta chi dice vota per il Pd nelle Marche e avrai lo Stato in Palestina, la gente non è stupida». E poi sottolinea «il cinismo di chi sfrutta le tragedie per racimolare voti».
IL SUDOKU REGIONALI
Sul pontile di imbarco verso il volo, Meloni esclude che a Lamezia Terme si troverà il tempo, con Tajani e Salvini, per risolvere il sudoku delle regionali, con i nomi dei candidati governatori per il centrodestra che mancano all’appello in Veneto, Puglia e Campania. «Solo questione di agende e di tempo. Oggi a fine comizio torniamo subito indietro. Io sono sempre in viaggio, Antonio pure. Ma la chiudiamo, la chiudiamo presto vedrete». In serata il ritorno a Roma, domani le Aule di Camera e Senato e le mozioni su Gaza, 24 ore per capire se l’appello di Meloni avrà fatto breccia. A occhio e croce, e al netto dei sorrisi e dei saluti di rito, sugli scranni ci sarà battaglia, con maggioranza e opposizione pronte a darsele ancora una volta di santa ragione. Gaza brucia e le fiamme arrivano sino a Roma.
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