14.05.2025
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«Santità non faccia scomparire la messa in latino»


Bianca Jagger, la moglie del leader dei Rolling Stones, è la capolista di una serie di personalità vip del mondo anglosassone che si è appellata a Papa Francesco firmando un appello per scongiurare il rischio della temuta mannaia vaticana sulla messa in latino. Da tempo voci ricorrenti dentro e fuori al Vaticano indicano la preparazione di un documento draconiano che dovrebbe far sparire questa liturgia secondo il messale del 1962 poiché ritenuta foriera di problemi vari. La Jagger non è nuova ad appelli papali avendo rivolto a Bergoglio un accorato invito alcuni anni fa a farsi carico della difesa dei diritti umani in Nicaragua, condannando una dittatura “sconfinata” che ancora perseguita vescovi e sacerdoti cattolici nella sua travagliata patria. «Il suo silenzio è stata la mia più grande delusione, il Papa non è davvero consapevole di quello che sta succedendo in Nicaragua?»aveva detto all’epoca.

Stavolta invece si è fatta paladina del rito in latino sottoscrivendo una lettera pubblicata dal direttore del Times di Londra in cui viene ricordato un analogo momento sotto il pontificato di Paolo VI, nel 1971, quando a difesa della messa tradizionale intervennero scrittori, artisti, accademici tra cui Agatha Christie, Graham Green, Barbara Hepworth e Yehudi Menuhin.

Tale appello divenne noto come «lettera di Agatha Christie», perché si dice che fu il suo nome a spingere Montini a rilasciare un permesso, alla celebrazione della Messa Tradizionale in latino in Inghilterra e nel Galles. La lettera sosteneva che «il rito in questione, nel suo magnifico testo latino aveva anche ispirato opere straordinarie… di poeti, filosofi, musicisti, architetti, pittori e scultori di tutti i paesi e di tutte le epoche. Appartiene quindi alla cultura universale.»

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Il Times di oggi pubblica il seguente testo: «Recentemente sono arrivate notizie preoccupanti da Roma secondo cui la Messa in latino sarà bandita da quasi tutte le chiese cattoliche. Questa è una prospettiva dolorosa e disorientante soprattutto per il numero crescente di giovani cattolici la cui fede è stata nutrita da essa.  La liturgia tradizionale è una «cattedrale» di testi e di gesti, che si è sviluppata nel corso di molti secoli così come hanno fatto anche questi venerabili edifici. Non tutti ne apprezzano il valore e va bene così; ma distruggerlo sembra un atto inutile e insensibile in un mondo in cui la Storia può scivolare via troppo facilmente ed essere dimenticata. La capacità dell’antico rito di incoraggiare il silenzio e la contemplazione è un tesoro non facilmente replicabile e, una volta scomparso, impossibile da ricostruire» si legge.

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Questo appello, come quello precedente, è del tutto ecumenico e apolitico. Tra i firmatari vi sono cattolici e non cattolici, credenti e non credenti.  “Imploriamo la Santa Sede di riconsiderare ogni ulteriore restrizione all’accesso a questo magnifico patrimonio spirituale e culturale». Seguono decine e decine di firme, tra cui quella di Lloyd-Webber (produttore di celebratissimi Musical quali Jesus Christ Superstar, Cats, Evita, The Phantom of the Opera), Kiri Te Kanawa (soprano), la principessa Michael del Kent, lo stilista Paul Smith, l’ex ministro Michael Gove.

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