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Salvini sul caso Bologna: «Chiudere i centri sociali». Il sindaco: 300 camicie nere


Giorgia Meloni accusa la sinistra di «tollerare» e perfino «foraggiare» gli antagonisti che due giorni fa si sono scontrati con la Polizia nel corteo di Bologna. Matteo Salvini si spinge oltre, propone di chiudere i centri sociali abusivi e si scaglia contro «zecche rosse, comunisti delinquenti, criminali». Elly Schlein, la segretaria del Pd, rimane defilata mentre il resto delle opposizioni attacca il governo per la manifestazione di Casapound nel centro del capoluogo emiliano. È scontro totale sui cortei a Bologna. E un clima incendiario attende oggi i leader del centrodestra — Meloni, Salvini, Antonio Tajani e Maurizio Lupi — per il comizio finale delle regionali che vedranno il week end prossimo sfidarsi Elena Ugolini contro l’aspirante governatore del campo largo Michele De Pascale, sindaco di Ravenna.

Di buon mattino è il leader della Lega ad aprire le danze. Video studiato nei dettagli, eccolo apparire con un collo alto a Perugia, sullo sfondo il cortile della Chiesa di Santa Marina. «Quello che abbiamo visto a Bologna e Milano è qualcosa di indegno, vergognoso: la caccia al poliziotto dei delinquenti rossi a Bologna o la caccia all’ebreo dei delinquenti rossi a Milano». Poi il colpo di scena: «Ora chiudere i centri sociali occupati abusivamente dai comunisti che sono ritrovi di criminali», dice il capo della Lega. Che fa sapere di aver chiesto al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi «una ricognizione» dei centri occupati. Parole che subito innescano un polverone. Da sinistra il sindaco di Bologna Matteo Lepore si scaglia contro il governo e il Viminale. Colpevole, a detta del Comune, di aver permesso la manifestazione del movimento di estrema destra Casapound, sabato, in pieno centro, a due passi dalla stazione colpita dalla strage di matrice neofascista, nonostante i rilievi della giunta. «Mi chiedo come sia possibile che Bologna non sia rispettata — l’affondo del primo cittadino del Pd — ci hanno mandato 300 camicie nere, noi aspettiamo ancora i fondi per l’alluvione». È battaglia, con un botta e risposta che arriva con comunicati stampa in successione. Ad aggiungere benzina sul fuoco il sindacato di Polizia della Cgil. In una nota la segreteria nazionale del Silp afferma che un leader di CasaPound dava ordini agli agenti. Circostanza smentita dal ministero dell’Interno.

LO SCONTRO
Il clima è questo mentre i partiti scaldano il rush finale per conquistare la Regione. Opposizioni all’attacco contro la proposta di Salvini, rilanciata dai colonnelli del Carroccio, di chiudere i centri sociali. Andrea Crippa, vicesegretario, chiede di fare in fretta: sigillarli subito, con una legge. «Anche oggi Salvini non è al lavoro per risolvere il problema dei trasporti che affligge gli italiani», incalza il segretario di Più Europa Riccardo Magi. Mentre Zaratti di Avs sostiene che «ci vogliano più centri sociali». Fanno rumore poi, nel can-can, le parole del capogruppo di Forza Italia al Senato Maurizio Gasparri: «Le posizioni della Schlein ci stanno portando alle soglie del brigatismo».

LA POLEMICA
«Nel comitato per l’ordine pubblico — sostiene Lepore — parlandone con il prefetto, il vice questore e tutti i rappresentanti le forze dell’ordine, c’era contrarietà a svolgere questa manifestazione dei patrioti a pochi passi dalla stazione di Bologna. Poi evidentemente qualcuno da Roma ha chiamato e le cose sono cambiate». Una ricostruzione smentita con una durissima nota dalla prefettura, per la quale, invece, il comitato per l’ordine e la sicurezza ha condiviso, d’accordo anche Lepore, che non ci fossero ragioni per vietare la manifestazione e che dal ministero non sia arrivata nessuna indicazione in proposito.

Ma il Comune resta della sua posizione: «Il corteo non doveva svolgersi in centro — dice la capo di gabinetto Matilde Madrid — la prefettura rettifichi oppure pubblicheremo i verbali della seduta del comitato». La concessione della piazza a Casapound è stata duramente criticata anche dal sindacato di polizia Silp-Cgil: «I poliziotti — dicono — non possono essere considerati carne da macello». E denunciano anche un fatto, immortalato da un video, che mostra «uno dei leader dei movimenti di estrema destra dare ordini ai funzionari responsabili dell’ordine pubblico. Questo comportamento — sottolineneano — evidenzia una mancanza di rispetto per le istituzioni e per il lavoro delle forze dell’ordine, che devono sempre agire nel rispetto delle normative e delle procedure stabilite».

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