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Salvini con Le Pen e Orban per la Pontida dei sovranisti europei


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Migranti, burocrazia, Green Deal e smantellamento dell’Unione Europea: i temi della “Pontida europea”. I leader dei patrioti si sono riuniti in una località rurale a sud di Parigi, a Mormant-sur-Vernisson. Sotto un enorme pratone, con tendoni e panche in mezzo ai campi, tra stand e prodotti locali e grigliate di carne gli interventi dei patrioti per la giornata ribattezzata “La Festa della Vittoria” per celebrare il voto che li ha resi il terzo gruppo al Parlamento europeo. Da Matteo Salvini, Marie Le Pen, a Viktor Orban, un’occasione per rinnovare la sfida a Bruxelles, che a loro dire è ancora ancorata alla “burocrazia, alla cultura woke e alla follia del Green Deal”. La kermesse parigina ha rilanciato la road map descritta da «Il Grande Reset: ripristinare la sovranità degli Stati membri nell’Unione Europea», dal titolo di un recente report elaborato da alcuni esperti sovranisti, tra cui il centro studi ungherese Mathias Corvinus Collegium e il polacco Ordo Iuris Institute. Uno studio che esplicitamente propone o di smantellare l’Unione europea o di immaginarne una versione più piccola, rispettosa delle sovranità nazionali ormai ridotte al minimo. Infatti, la difesa dei confini e gli interessi nazionali e la lotta all’Unione europea sono stati, anche stavolta, il leit motiv dell’incontro. “L’Unione Europea è ormai un impero liberale e ultra woke e noi non accetteremo mai un superstato nemico delle nostre nazioni, della nostra storia, delle nostre idee, delle nostre tradizioni”, ha tuonato dal palco Marine Le Pen, il cui partito in questa zona vince da anni con maggioranze bulgare. Applauditissimo anche l’unico premier in carica della famiglia patriottica, l’ungherese Viktor Orban. Anche lui si è scagliato, come Salvini, contro la politica migratoria portata avanti da Bruxelles: “L’Ue — ha detto tra gli applausi dei circa 6.000 presenti — punta a scambiare in modo organizzato le proprie popolazioni con i migranti, in modo da sostituire la nostra società e la nostra cultura”. Il vicepremier Matteo Salvini, durante il suo intervento, ha chiarito che a suo giudizio la vera minaccia per i cittadini europei “non viene dall’Est, da improbabili carri armati russi, ma dal sud, dall’invasione dei migranti clandestini”. Anche Marine Le Pen ha dedicato un passaggio del suo intervento all’Ucraina, per attaccare il fischiatissimo Emanuel Macron: “Non vogliamo un leader che giochi a fare il soldatino. Chi può credere che possa portare avanti un conflitto quando non riesce a mantenere l’ordine a 200 metri dall’Eliseo?”, ha aggiunto, facendo riferimento agli scontri scoppiati dopo la vittoria del PSG in Champions League. Infine le conclusioni affidate a Jordan Bardella, presidente dell’eurogruppo dei patrioti, seguite da una emozionante Marsigliese cantata a cappella. “Un anno fa, con il voto del 9 giugno 2024, i popoli europei si sono sollevati contro il superstato di Bruxelles, a difesa della loro agricoltura, della loro cultura, della loro economia. Il futuro è nostro”, ha concluso. Tutti uniti a festeggiare gli 84 seggi conquistati un anno fa al Parlamento europeo, e in particolare il 31,7% ottenuto in Francia da Rassemblement National (anche se poi, appena un mese dopo, alle elezioni politiche francesi l’esplosione di consensi non è bastato al partito di Le Pen per arrivare al governo). L’evento è stato anche un banco di prova interno per il partito di Le Pen. I due leader si sono presentati sorridenti e uniti. È la prima uscita congiunta dopo la condanna di Le Pen all’ineleggibilità per cinque anni, in seguito allo scandalo dei rimborsi dei collaboratori in Parlamento europeo. Una sentenza che, se confermata le impedirà di ricandidarsi alle presidenziali nel 2027. Intanto, nonostante il clima del raduno è cambiato. L’ultimo incontro dei sovranisti europei a febbraio aveva come parola d’ordine il motto lanciato da Elon MuskMake Europe Great Again”. Pur essendo passati appena 4 mesi, l’appuntamento francese, invece, trasforma la figura del Presidente americano da figura di riferimento a comparsa di sfondo negli interventi. Certamente ha influito la non eccessiva simpatia che prova il partito di Le Pen verso l’inquilino della Casa Bianca, ma è possibile che abbia influito anche la recente rottura tra il Tycoon e il suo ex numero due. Ma, non si esclude che possa aver anche influito i difficili negoziati sui dazi, tema non affrontato durante il raduno, ma che rischia di modificare l’immagine di Donald Trump agli occhi degli elettori europei, compresi quelli che hanno permesso il successo dei Patrioti alle Europee del 9 giugno del 2024.

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