Eni mette sul mercato, con una procedura accelerata, il 10% di Saipem, società specializzata nelle attività di ingegneria, di perforazione e di realizzazione di grandi progetti nei settori dell’energia e delle infrastrutture che, due anni fa ha attraversato una pesante crisi finanziaria. Ieri a borsa chiusa il cane a sei zampe ha comunicato di aver avviato la cessione, attraverso una procedura di accelerated bookbuilding, di n. 199.556.000 azioni ordinarie Saipem. Da fonti vicine al dossier, si apprende che il prezzo di vendita incorpora uno sconto di circa il 5% per un incasso di circa 350-380 milioni: liquidità al servizio della transizione e di altri business.
Le azioni, si legge in una nota, oggetto del collocamento non rientrano tra quelle vincolate nel patto parasociale in essere tra Eni e CDP Equity spa che non sarà soggetto a modifiche e permane altresì «il controllo congiunto su Saipem in forza del medesimo».
Il patto blinda il 12,503% di Cdp equity che ha assorbito Cdp industria e il 12,503% di Eni.
Il gruppo guidato da Claudio Descalzi ad oggi possiede il 31,19% di Saipem, di cui circa il 18,69% liberamente trasferibili e non sindacate. Di questo 18,69% adesso viene piazzato il 10% e al colosso energetico resta circa l’8,69% che, trascorso il lock up, potrebbe seguire la stessa sorte.
Il collocamento sarà destinato ad investitori istituzionali. L’operazione è eseguita da un consorzio di banche: Citigroup, Goldman Sachs, Intesa Sanpaolo, Natixis e UniCredit in qualità di Joint Global Coordinators e Joint Bookrunners.
Nell’ambito dell’operazione, Eni si è impegnata a «non vendere sul mercato ulteriori azioni di Saipem per un periodo di 180 giorni senza il consenso degli stessi» e salvo esenzioni, come da prassi di mercato. I termini finali del collocamento saranno comunicati al termine dello stesso.
LA SVOLTA
Da tempo risalente a prima della crisi finanziaria del gennaio 2022, Eni aveva in animo di alleggerire la partecipazione in Saipem. E la motivazione dell’allentamento dei legami va ricercata nel business complesso della società guidato da Alessandro Puliti che ad agosto di due anni fa prese il posto di Francesco Caio. Ma anche nel fatto che Eni vuole beneficiare del corso del titolo salito del 40,5% da inizio anno. Ieri il titolo ha chiuso a 2,065 euro, in negativo del 4,13% per una capitalizzazione di 4 miliardi.
Comunque adesso Saipem sembra aver imboccato un percorso di svolta rispetto al profit warning di fine gennaio 2022. Saipem segnalò che la backlog review evidenziava, a causa del perdurare del contesto della pandemia, dell’aumento, attuale e prospettico, dei costi delle materie prime e della logistica, un significativo deterioramento dei margini economici a vita intera di alcuni progetti relativi all’E&C Onshore e all’Offshore wind, con conseguente effetto sui risultati economici consolidati. Per fronteggiare la crisi, il 27 giugno 2022 partì un aumento di capitale di 2 miliardi.
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