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Russia, crisi dopo la disfatta dei bombardieri. «Un’umiliazione, grave fallimento dei servizi segreti»


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I blogger di guerra russi (milblogger) lanciano accuse pesanti contro la leadership militare e i servizi segreti di Mosca dopo il devastante attacco ucraino alle basi aeree nel profondo del territorio russo. L’»Operazione ragnatela”, condotta con una sofisticata ondata di oltre 100 droni, ha colpito lo scorso weekend diverse strutture militari cruciali, portando a danni significativi e provocando una profonda crisi interna nel sistema di sicurezza russo.

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Secondo il think tank statunitense Isw (Istituto per lo sudio della guerra), il raid ha raggiunto un livello di impatto tale da rappresentare un’umiliazione per le forze armate russe.

Gli attacchi hanno interessato fino al 34% dei bombardieri strategici russi, una quota ingente che, se confermata, evidenzia gravi lacune nella protezione delle infrastrutture critiche. Mancano però ancora conferme indipendenti e affidabili sull’entità precisa dei danni.

L’operazione «Ragnatela»

L’operazione è stata preparata nel corso di circa un anno e ha visto l’impiego di camion all’interno del territorio russo, usati come piattaforme mobili per il lancio dei droni. Questo dettaglio ha alimentato le critiche sulla capacità di Mosca di monitorare e bloccare movimenti sospetti all’interno del proprio spazio. I blogger di guerra rimproverano la leadership militare per un’eccessiva sicurezza basata sulla distanza geografica delle infrastrutture: la convinzione che basi situate a migliaia di chilometri dal confine ucraino fossero al sicuro si è rivelata fatale. La base aerea di Belaja, nella regione siberiana di Irkutsk, è uno dei siti colpiti: questo dettaglio ha dimostrato la capacità di Kiev di estendere la sua azione in profondità nel territorio nemico.

Critiche alle difese

Un punto di forte contestazione riguarda la collocazione dei bombardieri strategici: immagazzinati a cielo aperto, risultano vulnerabili a operazioni di questo tipo. Inoltre, le difese aeree delle basi sono considerate insufficienti o mal gestite, permettendo agli attacchi di penetrare con facilità.

Le accuse si estendono anche all’intelligence russa, che secondo l’ex capo militare e deputato Andrei Gurulev, non sarebbe riuscita a prevenire il transito dei camion-lanciatore usati dall’Ucraina, segnalando un serio fallimento operativo.

Paranoia in crescita nel sistema di sicurezza russo

Il quotidiano Moscow Times definisce la giornata dell’attacco una “giornata nera” per l’aeronautica russa. L’account Telegram Rybar sottolinea il duro colpo ricevuto e parla apertamente di un «grave fallimento dei servizi segreti russi». Il ricercatore di sicurezza Dan Lomas ha evidenziato come questo evento stia generando una crescente paranoia nei ranghi della sicurezza russa: «L’Ucraina ha un numero infinito di obiettivi a disposizione, mentre l’FSB deve riuscire a proteggerli in ogni momento», sottolinea Lomas, evidenziando l’angoscia delle autorità russe per la vulnerabilità esposta. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha aggiunto un dettaglio inquietante, affermando che il centro di comando dell’operazione ucraina “Inside Russia” si trovava sorprendentemente vicino all’ufficio dell’Fsb, senza tuttavia rivelare l’esatta posizione.

Un colpo all’arsenale nucleare russo?

I bombardieri strategici rappresentano una componente chiave dell’arsenale nucleare russo. L’Isw interpreta l’attacco ucraino come una possibile minaccia diretta a questa capacità, un elemento che rischia di alimentare giustificazioni interne a Mosca per un contrattacco nucleare.

Oltre ai droni, l’Isw segnala come la Russia sia ritenuta responsabile per la distruzione di due ponti ferroviari nella sua parte occidentale, avvenuta negli ultimi giorni di maggio. La distruzione ha costretto Mosca a implementare ulteriori misure di sicurezza e zone cuscinetto lungo il confine con l’Ucraina. L’Ucraina non ha rivendicato questi attacchi, sospettando che potessero essere azioni segrete russe per giustificare una risposta militare più aggressiva.

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