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Un passo avanti e due indietro. Un’apertura sulla vendita della cannabis light che ha fatto scattare le opposizioni e subito dopo una chiusura che torna a celare Fratelli d’Italia dietro la barricata del rifiuto più totale della legalizzazione delle droghe, anche di quelle leggere. Nelle ultime ore, un girotondo per il partito della Premier, che ci riporta esattamente al punto di partenza: nessun apertura alla vendita legalizzata della cannabis light.
Necessario un passo indietro. Riavvolgiamo i nastro e torniamo a qualche ora fa, quando sembrava riaprirsi in parlamento la questione della vendita della cannabis light. Dopo la stretta del decreto sicurezza degli scorsi mesi, che ne aveva messo la vendita totalmente fuori legge, dai senatori di Fratelli d’Italia, era arrivato un emendamento alla legge di bilancio dal sapore di ripensamento. Tra le proposte quella di estendere la legge sulla canapa del 2016, allargandola anche alle «infiorescenze fresche o essiccate e derivati liquidi» per uso «da fumo o da inalazione» purché il contenuto di Thc non superasse lo 0,5%. Una carota e poi il bastone però, perchè ad accompagnare la legalizzazione una super tassa del 40% per disincentivarne il consumo.
Una misura in aperta contraddizione con le scelte precedenti, ma che poteva essere spiegata ricorrendo ai rinvii alla Corte Costituzionale e alla Corte di Giustizia Europea che aveva subito l’articolo 18 del decreto sicurezza.
Tra i corridoi di Via della Scrofa, però un’ombra di malcontento generale ha portato a rimediare con una nota di partito.
Cambia la legge, ma l’obiettivo rimane lo stesso, chiariva: «contrastare la diffusione e la vendita di prodotti a base di cannabis light». E dichiarava: «Sono già in corso interlocuzioni con i Ministeri competenti per stabilire quale sia la strada migliore per contrastare questo business. La lotta alla droga e ad ogni dipendenza è uno dei capisaldi di Fratelli d’Italia, e la nostra storia e il nostro lavoro lo testimoniano in modo inequivocabile» .
Pochi minuti dopo, però, tutto sembra ridursi a una chimera. «L’emendamento verrà ritirato» rendono noto fonti interne al partito. E sembra essere questo il punto definitivo.
Una palla, che le opposizioni colgono al balzo per gridare ad un governo nel caos, «Pagliacci», commenta sui social il capogruppo del M5s Stefano Patuanelli. «Siamo alle comiche», aggiunge il segretario di Più Europa Roberto Magi.
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