«Rispetti il codice deontologico, ci vuole sobrietà e decoro»

Angela Taccia, una dei legali dell’indagato Andrea Sempio, è finita nel mirino dell’ordine degli avvocati. A scatenare la bufera è stato uno dei suoi ultimi post pubblicato quando Sempio scelse di non presentarsi in procura durante l’interrogatorio di martedì scorso, convocato insieme ad Alberto Stasi.

Il post nella bufera

L’avvocat scrisse: «Guerra dura senza paura, Cpp we love you». E ora interviene l’Ordine degli avvocati di Milano con un richiamo al rispetto del codice deontologico. Regolamento che impone all’avvocato «che rilasci dichiarazioni pubbliche o interagisca con i media o utilizzi i social network l’obbligo di assumere un comportamento riservato, sobrio e misurato a tutela del decoro e della dignità dell’avvocatura» si ricorda. Vicende giudiziarie «complesse e dolorose richiedono da parte dell’avvocatura un atteggiamento improntato alla discrezione, al rispetto della sofferenza delle vittime, dei familiari e di tutti i soggetti coinvolti a qualsiasi titolo. Ogni forma di protagonismo o spettacolarizzazione mediatica risulta non solo inopportuna, ma contraria ai valori fondanti della professione forense».

Il codice deontologico

E’ dovere degli avvocati evitare «comportamenti che possano, anche solo indirettamente, ledere la fiducia dei cittadini nella funzione difensiva e nel ruolo di garanzia dell’avvocato, ricordando che il prestigio dell’avvocatura si fonda sull’autorevolezza, non sull’esposizione mediatica». Per Antonino La Lumia, presidente dell’Ordine degli avvocati di Milano, «Il nostro compito non è alimentare il clamore, ma garantire i diritti, tutelare la dignità delle persone coinvolte e mantenere alto il senso di giustizia che guida la nostra professione. L’avvocato è un presidio di legalità. Per questo ricordiamo a tutta l’avvocatura che il rispetto delle regole deontologiche è il fondamento dell’autorevolezza della nostra funzione e della fiducia che i cittadini ripongono in no».

 «In un tempo in cui l’attenzione pubblica si concentra, talvolta morbosamente, su vicende giudiziarie di grande impatto emotivo, è dovere dell’avvocatura riaffermare il proprio ruolo con fermezza e compostezza», ha spiegato Antonino La Lumia, presidente dell’Ordine degli Avvocati milanesi. Ad ogni modo, da quanto si è saputo, nessun aspetto disciplinare è stato sollevato dall’Ordine riguardo all’avvocata Taccia, la quale nel post, pubblicato su un profilo privato di Instagram, non aveva fatto alcun riferimento diretto al caso. 

L’amicizia con Sempio da ragazzi

Angela Taccia, oggi avvocata penalista, conosce Andrea Sempio da una ventina di anni. A dirlo è lei stessa in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. Una frequentazione cresciuta nel tempo e poi proseguita anche sul piano professionale, dal momento che Taccia si è avvicinata al caso fin dalla prima indagine su Sempio, nel 2016, quando era ancora una giovane praticante.

Nelle sue parole pubbliche, l’avvocata ha sempre mantenuto un atteggiamento risoluto. Di Sempio dice che «è un’anima rara. Un ragazzo buono e gentile, uno che si dà da fare per gli altri e che pensa sempre solo agli altri. Sa perché ha trovato la forza di tornare al lavoro anche se sapeva che i giornalisti lo avrebbero aspettato lì davanti? Perché si tormentava per le sue colleghe che senza di lui erano costrette a coprire il suo turno».

Il legame personale con Sempio non è mai stato negato. Come riferisce il Corriere, sono stati assieme ogni sabato sera, assieme nei periodi di festa, assieme in vacanza. Non è la prima volta, nella storia giudiziaria italiana, che una persona difenda legalmente un conoscente stretto: saranno eventualmente le autorità competenti a valutare l’eventuale sussistenza di incompatibilità.

La relazione con Biasibetti, oggi frate

Angela Taccia è stata fidanzata con Alessandro Biasibetti, all’epoca amico stretto sia di Sempio che di Marco Poggi. Un giovane che viveva a Garlasco negli anni del delitto di Chiara Poggi e che oggi è diventato frate. E’ tra le persone per cui il gip di Pavia ha disposto l’acquisizione del Dna insieme agli altri amici di Marco Poggi.