16.05.2025
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Economy

Rinnovabili e grandi opere a rilento. Il governo: «Ora nuove regole»


Corsa contro il tempo del ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, per sbloccare tutte le valutazioni di impatto ambientale arrivate ministero e semplificare le norme. Con l’obiettivo di evitare lungaggini burocratiche e maxi-contenziosi. Legati sia all’installazione degli impianti rinnovabili da Nord a Sud, che ai cantieri delle grandi opere, tra cui anche il Ponte sullo Stretto di Messina. A segnalare le criticità burocratiche sono due lettere, visionate da Il Messaggero, del direttore generale del Mase, Gianluigi Nocco, inviate ai dirigenti del ministero e allo stesso Pichetto. La prima missiva, spedita al ministro lo scorso 9 luglio, segnala il blocco di fatto della Commissione tecnica di verifica sull’impatto ambientale, la cosiddetta “Via-Vas”. Lo scorso 8 luglio, infatti, è scaduto «il termine di 45 giorni per la prosecuzione delle attività della Commissione», che «non risulta insediata nella nuova composizione». Motivo per cui, si legge, «fino all’insediamento della stessa le valutazioni non potranno essere svolte, con relativa dilazione dei termini procedurali».

Una settimana prima, lo scorso 2 luglio, lo stesso Dg Nocco metteva nero su bianco i problemi anche della Commissione Pnrr-Pniec, guidata da Massimiliano Atelli. È l’organismo che si occupa della valutazione di impatto ambientale per le opere del Piano nazionale di resilienza, legato ai fondi europei, e di quello Energia e Clima, fondamentale per provare a raggiungere i primi obiettivi del Green Deal Ue entro il 2030. Nella missiva si parla di «elevata difficoltà dell’Amministrazione», per «far fronte alle sollecitazioni derivanti dal notevole attivismo imprenditoriale in tema di transizione ecologica e di produzione energetica sostenibile». In pratica si registrano istanze per la verifica ambientale di impianti per lo più solari ed eolici «cresciute oltre ogni previsione», «limitatezza dei mezzi a disposizione» e «continui aggiornamenti normativi sulla redistribuzione delle competenze tra Stato e Regioni».

Finora, nota Nocco, sono stati «recuperati gli arretrati», ma visti i nuovi «tempi ridottissimi» imposti dalle riforme degli ultimi anni e alcune sentenze dei Tar, ora si rischierebbe il caos, tra «istante più recenti» che superano «quelle più datate» e un’esplosione dei contenziosi perché non si riesce a «rispettare i termini» delle verifiche. Con «pericolosi effetti economici e politici».

LA RISPOSTA

Si sarebbe già arrivati a «55 istanze di rimborso per «356mila euro». Ma sugli «oltre 1000 procedimenti», in attesa di valutazione, «l’80% potrebbe non rispettare i tempi», con il rischio di far salire i rimborsi a quota «26 milioni». Somma che andrebbe trovata tra le pieghe del bilancio dello Stato, perché ora non disponibile tra i fondi in mano al ministero.

Fonti del Mase sostengono però a Il Messaggero che sono in arrivo tutte le nuove nomine della Commissione Via-Vias. Oltre alla nuova presidente Germana Panzironi, sarebbero già stati indicati 40 nuovi membri, e si attende che la Corte dei Conti registri gli ultimi nomi. Nel frattempo, proprio in queste ore, dovrebbe arrivare un nuovo decreto del ministro per ufficializzare che la Commissione è pienamente funzionante anche con gli oltre 30 membri già confermati.

«Ma il lavoro dell’organismo — aggiungono le stesse fonti — non si è mai interrotto: ci son stati incontri per l’aeroporto di Firenze e i primi membri nominati hanno lavorato al Ponte sullo Stretto». Opera in lieve ritardo sulla tabella di marcia e contro la quale c’è una class action dei cittadini contrari, mentre fa discutere la norma “anti no-Ponte” inserita nel Ddl Sicurezza. Quanto alle rinnovabili, invece, è in arrivo nel prossimo consiglio dei ministri il nuovo Testo Unico. Una guida riassuntiva finale (attesa da enti locali, aziende e chi aderisce alle comunità energetiche), con l’elenco definitivo delle piccole opere per cui non servirà più alcuna autorizzazione e quelle più grandi per cui basterà un unico ok del ministero dell’Ambiente o della Regione competente. Nel Testo Unico ci dovrebbero essere anche norme di concerto con il ministero della Cultura e le sovrintendenze. «È il passaggio tra le nostre commissioni e questi — spiegano dal Mase — a determinare la maggior parte dei ritardi: ora i nostri organismi, anche rinnovati, lavoreranno velocemente tutte le pratiche e smaltiranno eventuali arretrati».

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