15.05.2025
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Sports

Retegui c’è, Pellegrini no, Fagioli spera


Spalletti ritarda l’inizio dell’allenamento di un’ora, in campo alle 18: i trenta gradi di Iserlohn pesano ed è meglio centellinare le forza. Lucio si chiude con i suoi e prova l’undici che domani pomeriggio affronterà la Svizzera: arbitra il migliore, Szymon Marciniak. E l’Italia teme per i suoi diffidati: Pellegrini, Cristante, Donnarumma, Fagioli. Non c’è Calafiori, che la squalifica la sconterà domani: Mancini scalpita, Buongiorno si candida, le prove sono un mix, c’è Fagioli, poi non c’è più, Raspadori fa il jolly, in difesa Mancini affianca Buongiorno e Darmian. Tutto e il contrario, l’11 anti Svizzera è un rebus, compreso il modulo, che varia dal 3-5-2 e 3-4-2-1, Lucio tiene tutti sulla corsa: «Io sono pronto», si offre Buongiorno, a caccia dell’esordio. «Non so se sono uno dei difensori italiani più forti, cerco solo di migliorarmi. Credo di aver dimostrato il mio punto forte in fase difensiva, ma con il mister stiamo lavorando sulla fase di possesso dove credo di poter migliorare». Davanti, confermato Retegui, rischia Pellegrini, la sua prestazione con la Croazia non è piaciuta a Spalletti. Fagioli sfida Jorginho fino all’ultimo, Chiesa è avanti a Raspadori. Torna in panchina, dopo lo splendido gol di Lipsia, Zaccagni. Il laziale ha ricevuto la telefonata dell’idolo Del Piero e il suo sogno è stato realizzato. E quel gol di Lipsia gli frullerà nella testa per tanto tempo. «Non mi ero nemmeno reso conto che fosse l’ultima azione. Appena ho visto Calafiori che portava palla e che la difesa loro si stringeva sempre più, sono rimasto nella mia posizione naturale e quando mi è arrivato il pallone non ci ho pensato due volte. L’esultanza è stata fantastica, con tutta la panchina, con tutto lo staff, tutti ragazzi. Qualcuno di noi si è fatto male alla costola perché ci eravamo schiacciati l’uno con l’altro. Ma è stato veramente emozionante. Poi, la telefonata di Alex nella notte mi ha fatto piacere». Ora sogna il bis con la Svizzera, per non fermare la corsa a Berlino. Quel gol è quasi il segnale della svolta. «La Svizzera ha dimostrato di essere una buona squadra, li abbiamo studiati. Sanno stare molto compatti, giocano l’uno per l’altro. Servirà una grande prestazione per batterli».

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