24.05.2025
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Politics

Regionali in Liguria, Umbria ed Emilia-Romagna. Dal rebus del dopo-Toti all’assalto alle roccaforti rosse: le strategie in campo


A destra, i timori per i sondaggi e la corsa a trovare un candidato unitario in Liguria per il dopo-Toti. A sinistra, le prove tecniche di campo-largo, i dubbi su quanto e come allargare la coalizione: Renzi dentro o fuori? Sono un grattacapo trasversale, le prossime elezioni regionali. Liguria, Umbria, Emilia-Romagna. Difficile ormai, se non impossibile, vederle appaiate in un solo election-day.

Liguria verso il campo larghissimo: M5S e (forse) Azione con Orlando

La giunta ligure è scaduta a fine luglio con le dimissioni di Giovanni Toti, governatore indagato e finito agli arresti domiciliari per corruzione, ora tornato in libertà in attesa del processo. Sicché, così prevede la legge, il voto non potrà essere prorogato oltre i tre mesi dalla fine della giunta: la data è già fissata per il 27-28 ottobre. Mentre Emilia-Romagna ed Umbria, con buona pace del pressing di Palazzo Chigi e del Viminale (gli election-day fanno risparmiare molti soldi alle casse dello Stato) hanno già fatto sapere di non voler anticipare il voto: salvo colpi di scena, la prima Regione andrà il voto il 17 e il 18 novembre, mentre l’Umbria deve ancora ufficializzare la data. Ma i nodi sono anzitutto politici. Andiamo con ordine.

Rebus Liguria

Che succede in Liguria? E’ un rebus il destino della Regione scossa dagli scandali e le inchieste giudiziarie, sbattuta in prima pagina per mesi fra accuse di giustizia a orologeria (a destra) e pressing per le dimissioni dell’ex delfino di Berlusconi Toti (a sinistra) arrivate a fine luglio. Sul candidato il centrodestra non ha ancora trovato la quadra. Se ne è parlato al vertice di maggioranza venerdì a Palazzo Chigi — con Giorgia Meloni presenti i vice Antonio Tajani e Matteo Salvini e il leader di Noi Moderati (formazione a cui fa riferimento Toti) Maurizio Lupi.

Lo stallo si sbloccherà a giorni. Sembrava fatta per Ilaria Cavo, vicegovernatrice uscente in quota Noi Moderati, già braccio destro del governatore travolto dalle inchieste. Ma negli ultimi giorni tutto si è riaperto. Prende forma l’ipotesi di un candidato civico — tra i nomi il vicesindaco di Genova Pietro Piciocchi — mentre la Lega chiede discontinuità e mette sul tavolo il nome di Edoardo Rixi, vice di Salvini al ministero delle Infrastrutture, vedetta del Carroccio in Regione. I leader hanno commissionato sondaggi privati per testare in questi giorni il candidato più efficace, e intanto trattengono il fiato per il ritorno in tv di Toti questa sera da Nicola Porro a Quarta Repubblica. 

E a sinistra? C’è aria di intesa, dopo settimane di limbo. Con il via libera ufficiale dei Cinque Stelle, ufficiale diventa anche la candidatura dell’ex Guardasigilli del Pd Andrea Orlando come governatore. Resta però un nodo intricato da sciogliere: quanto allargare la coalizione? Per i Cinque Stelle è impensabile aprire le porte a Matteo Renzi e Italia Viva, mentre uno spiraglio rimane aperto per Carlo Calenda e Azione. Elly Schlein, segretaria dem, si prenderà ancora qualche giorno per pensarci. 

Umbria ed Emilia-Romagna

Delicata, ma più definita, la corsa per la conquista delle altre due Regioni al voto in autunno. Umbria ed Emilia-Romagna, le ex «roccaforti rosse» che la destra spera rispettivamente di tenere e conquistare. In Umbria ci riprova Donatella Tesei, governatrice uscente della Lega.

Blindata dal patto di maggioranza in primavera che ha previsto di riconfermare i presidenti uscenti in questa tornata (nella prossima invece no: Meloni di uno Zaia-quater in Veneto non vuole saperne e infatti ha chiuso a una modifica della legge sul vincolo dei tre mandati). Tesei sfiderà Stefania Proietti, sindaca indipendente di Assisi scelta come candidata unitaria del campo largo. L’incognita si chiama Stefano Bandecchi: il vulcanico sindaco di Terni, patron della UniCusano eletto con Alternativa Popolare, ha deciso di alzare la posta e correre per la Regione. 

E in Emilia-Romagna? E’ il sogno proibito del centrodestra, espugnare il fortino rosso per eccellenza, riuscirci per la prima volta. Sogno proibitivo, leggendo alcuni sondaggi, ma la situazione è ancora fluida. Gli schieramenti: da un lato Elena Ugolini, già sottosegretaria con Monti, candidata civica su cui si è compattato l’intero centrodestra. Dall’altro Michele De Pascale, sindaco di Ravenna e presidente dell’Unione delle province italiane (Upi), coriaceo sfidante messo in campo dal centrosinistra e i Cinque Stelle uniti.

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