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Referendum senza quorum, Landini: «Obiettivo mancato, ma 14 milioni di persone chiedono risposte». Tajani: «Fallito assalto al governo»


Commenti e retroscena del panorama politico
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Il referendum su cittadinanza e lavoro ha registrato un’affluenza ben al di sotto del quorum: il 30,6%, secondo gli ultimissimi dati. Nessuno dei cinque quesiti referendari avrà quindi effetto. Si votava su cinque quesiti: quattro sul lavoro e uno sulla cittadinanza.

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Le reazioni del mondo politico

Il vicepremier Antonio Tajani attacca la Cgil: «Anche il tentativo di continuare ad aprire lo scontro all’interno del mondo del lavoro mi sembra una scelta sbagliata da parte della Cgil.

Noi abbiamo votato con grande convinzione – cosa che la sinistra non ha fatto – la legge sulla partecipazione proposta dalla Cisl». E aggiunge: «Anche in questa occasione la Cgil ha spaccato l’unità sindacale portando poi la sua posizione ad una sconfitta che è cocente». Tajani solleva anche il tema della legge sui referendum: «Forse bisogna cambiare la legge sui referendum. Servono probabilmente più firme, anche perché abbiamo speso tantissimi soldi, per esempio, per portare centinaia di migliaia, milioni di schede per gli italiani all’estero che sono tornate bianche». «Intanto grande rispetto per chi è andato a votare perché è sempre una forma di partecipazione al referendum. Detto questo, è stata una sconfitta della sinistra e dell’opposizione che voleva tentare l’assalto al governo utilizzando il grimaldello dei referendum. La cosa è andata male, il governo si è rafforzato, l’opposizione si è indebolita». Lo ha affermato il vicepremier e leader di FI Antonio Tajani, intervenendo al Tg1.

Salvini: «Sconfitta per una sinistra senza idee»

Anche Matteo Salvini, vicepremier e leader della Lega, parla di una sonora bocciatura per le opposizioni: «Grande rispetto per chi è andato a votare, enorme sconfitta per una sinistra che non ha più idee e credibilità e che non riesce a mobilitare neanche i propri elettori». E aggiunge: «Cittadinanza accelerata? Idea sbagliata e bocciata pure quella, servono semmai più controlli e più buon senso. E sulla clandestinità, continuare a ridurre sbarchi e aumentare espulsioni. Gli italiani hanno scelto, evviva la democrazia».

Referendum, Calenda:

La Russa: «Il campo largo è morto»

Ignazio La Russa, presidente del Senato, interviene in diretta su La7 con parole tranchant: «Il campo largo, se mai fosse nato, oggi è definitivamente morto». «E’ troppo facile infierire su chi ha fatto una campagna puntando non sui quesiti, spiegandoli, ma sul dagli alla Meloni e dagli a La Russa. Sono tantissimi che sono rimasti schifati da una campagna divisiva e di odio», ha dichiarato La Russa. «E’ inutile infierire sulla Schlein, hanno tentato di trasformare il referendum in una vicenda interna del Pd. Anzichè fare un congresso hanno fatto spendere milioni allo Stato per vedere se aveva ragione Schlein o i suoi oppositori e gli altri lo hanno fatto contro il governo. Hanno perso gli uni e gli altri», ha aggiunto il presidente del Senato.

Donzelli: «Tentativo di spallata fallito»

Dal mondo della destra arriva anche la voce di Giovanni Donzelli (FdI), che ai microfoni dello speciale Tg1 afferma: «Hanno tentato una spallata al governo Meloni e per l’ennesima volta si sono slogati la spalla. Perché di questo si tratta. La spallata non è riuscita, nonostante tentativi anche molto sgradevoli. Hanno sciacallato sui bambini morti a Gaza e durante la manifestazione in pieno silenzio elettorale hanno fatto appello al voto».

E prosegue: «Addirittura, in una scuola a Livorno hanno utilizzato il registro elettronico per mandare l’appello al voto… Hanno fatto ogni tentativo possibile e immaginabile di delegittimare e mostrare come un mostro questo governo. E hanno chiesto agli italiani un parere. Gli italiani si sono espressi. Il 30% scarso è d’accordo con loro e tutti gli altri sono d’accordo con il governo, a quanto pare».

Il generale Vannacci

Landini: «L’obiettivo era il quorum, chiaro che non è raggiunto»

«Il nostro l’obiettivo era raggiungere il quorum, è chiaro che non lo abbiamo raggiunto. Oggi non è una giornata di vittoria. Contemporaneamente gli ultimi dati ci dicono che sono oltre 14 milioni le persone che hanno votato nel nostro Paese cui si aggiungeranno gli italiani all’estero: un numero importante, un numero di partenza. I problemi che abbiamo posto con i referendum rimangono sul tavolo».

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Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, in conferenza stampa dopo la chiusura dei seggi, nella sede del Comitato promotore per i referendum sul lavoro, dove ha atteso i risultati insieme al resto della segreteria confederale.

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