13.06.2025
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Politics

Referendum, Schlein e Conte: «Più voti della destra». Ma i riformisti dem: «Sconfitta profonda»


«Ne riparliamo alle politiche». Sapevano bene, al Nazareno, che centrare il quorum era una missione pressoché impossibile. Ma la segretaria del Pd ha scelto comunque di spendersi in prima persona. Convinta che, per lanciare un avviso «di sfratto» al governo di Giorgia Meloni, sarebbe bastato incassare più voti al referendum di quanti ne prese il centrodestra tre anni fa. Ed è questo il risultato che la leader dem e il presidente M5S Giuseppe Conte rivendicano, mentre l’asticella dell’affluenza si ferma a quota 30%. «Quando più gente di quella che ti ha votato ti chiede di cambiare una legge dovresti riflettere, invece che deriderla», sferza Schlein. Che guarda al bicchiere mezzo pieno: «Oggi la destra ha perso, dopo Genova, Assisi e Ravenna, anche a Taranto».

Anche Conte prova a spandere ottimismo. «Se vi sembrano numeri insignificanti, considerate che è lo stesso numero di votanti con cui Meloni è arrivata al governo». Così come Avs: «La sconfitta della sinistra sono più dei voti con cui la premier governa». E Francesco Boccia, capogruppo dem al Senato: «C’è un fronte unito che vale quanto il centrodestra».

LE SPERANZE
Eppure le speranze erano altre. La chiamata alle urne contro il governo è riuscita a metà. Certo: c’è l’accusa a «TeleMeloni» di aver «boicottato» la consultazione. Ma per quanto il quorum fosse lontano, tra i promotori si confidava in una partecipazione almeno un po’ più vicina alla soglia del 40%. Considerando anche i voti degli italiani all’estero il cui conteggio è ancora da ultimare, molto probabilmente si finirà sotto quota 30. Così il timore presto diventa quello di un boomerang.

Molti nel fronte dell’«alternativa» la considerano comunque una nuova prova di unità del campo largo dopo la piazza pro Gaza di sabato. «Un’ottima base da cui ripartire» alle politiche 2027. Per Matteo Renzi, autore di alcune delle norme oggetto del referendum, la lezione da trarre invece è un’altra. «Per costruire un centrosinistra vincente bisogna parlare di futuro, non di passato. Ingaggiare battaglie identitarie fa vincere i congressi, non le elezioni».

Una critica, quella del leader di Iv, che di fatto è la stessa della minoranza riformista interna al Pd. Che ora chiede una «riflessione» al gruppo dirigente su «ciò che non ha funzionato». A cominciare dal metodo con cui si è deciso di schierare il partito su 5 «sì», nonostante la contrarietà di un pezzo dei dirigenti ex renziani (che in direzione non avevano preso parte al voto per consentire alla segretaria di ottenere l’unanimità). Non ci sarà una resa dei conti, nel Pd. Anche perché c’è la volontà di «evitare di andare in scia al centrodestra». Ma «con pacatezza, bisognerà discutere». Forse in una direzione ad hoc. Anche se non tutti, nella minoranza, pensano che servirà a qualcosa.

MALUMORI
E così il partito ribolle. Va giù dura la vicepresidente Pina Picierno: «Una sconfitta profonda, seria, evitabile», affonda la vicepresidente dell’Eurocamera, «un regalo enorme a Meloni e alle destre». E poi: «Evitiamo acrobazie assolutorie sui numeri». Giorgio Gori parla di «autogol», Elisabetta Gualmini di «battaglia antistorica», Filippo Sensi di «sconfitta bruciante perché tocca una questione identitaria per il centrosinistra, il lavoro». La morale, per i riformisti, la riassume Lia Quartapelle: «Per vincere non basta non basta promuovere battaglie identitarie né regolare i conti col passato». Più interlocutorio il presidente dem Stefano Bonaccini: «Quando oltre due terzi degli italiani non rispondono è necessario riflettere».

Critiche che i fedelissimi di Schlein respingono al mittente. «La strada è quella giusta, lo dicono i risultati», replica il responsabile organizzazione dem Igor Taruffi. Che pensa alle vittorie alle regionali, al 24% alle Europee dopo che nei sondaggi si era scesi al 14. E avverte la minoranza: «Le discussioni? Legittime, ma non prevalgano sugli interessi generali». In altre parole: chi sperava in un mea culpa, resterà deluso.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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