La preoccupazione per il rapporto tra Usa e Ue da «recuperare» dopo gli scossoni assestati da Donald Trump. Con l’Unione chiamata a offrire «risposte rapide» e a mostrarsi «autorevole» davanti alle nuove sfide. E quella per i migranti che continuano a morire nel tentativo di raggiungere il Vecchio continente, quando servirebbero canali di ingresso legali e formazione nei Paesi d’origine. Dieci anni dopo l’ultima volta, Sergio Mattarella torna in visita ufficiale a Bruxelles, per una due giorni di incontri ai massimi livelli delle istituzioni Ue. Per ribadire l’adesione dell’Italia al progetto di integrazione dei Ventisette, una realtà ormai «strettamente intrecciata sotto ogni profilo» con il nostro Paese. E far risuonare di nuovo, stavolta nel cuore della capitale dell’Ue, quella “sveglia” che il capo dello Stato aveva evocato nei giorni scorsi da Coimbra, citando la Turandot di Puccini: «Nessun dorma. Stare fermi non è più un’opzione».
Rispetto a dieci anni fa, lo scacchiere internazionale è quasi irriconoscibile. E restare fermi, aspettando le mosse di altri attori globali come Usa e Cina, non può più essere un’opzione. Senza contare che, con il ritorno del tycoon alla Casa Bianca e i dazi imposti anche agli alleati europei, il fronte occidentale rischia di spaccarsi. Per Mattarella è uno scenario da evitare in ogni modo. «È fondamentale recuperare il rapporto euro-Atlantico», avverte l’inquilino del Colle durante il colloquio nel pomeriggio con il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa. E proprio il Consiglio ha un ruolo «cruciale», per Mattarella, in un momento in cui la comunità internazionale è in cerca di nuovi equilibri di pace. L’appello, insomma, è quello di tornare «protagonisti», nel tentativo di «ricucire un tessuto di regole» e una «situazione di stabilità». Ma per farlo occorre «un’Ue autorevole e prestigiosa, capace di essere punto di riferimento nel mondo». Un’Ue in grado «di dare risposte rapide – esorta Mattarella – per impedire che le lentezze dei processi decisionali facciano accodare l’Europa a decisioni prese da altri». L’Unione, insomma, ha bisogno di «riforme», che le permettano di agire con prontezza. A cominciare dal superamento dell’unanimità.
IL COLLOQUIO
Ma nel colloquio con Costa si toccano anche altri temi. A cominciare dal nodo immigrazione, su cui il capo dello Stato evidenzia un paradosso: mentre in Europa abbiamo bisogno di manodopera, nei nostri Paesi ci sono migranti irregolari non formati. Per questo, oltre a fronteggiare i trafficanti di esseri umani, per il presidente occorre aprire canali legali di immigrazione, formando professionalità nei Paesi di origine che poi possano venire a lavorare in Europa. Una riflessione che arriva proprio nel giorno in cui la Commissione propone di rivedere le regole sui Paesi terzi sicuri verso cui effettuare i rimpatri. Idee che il presidente sottoporrà con ogni probabilità anche a Ursula von der Leyen, che vedrà oggi a palazzo Berlaymont in mattinata, prima di rientrare a Roma.
La visita tra i palazzi dell’Ue però comincia dalla rappresentanza italiana, dove Mattarella incontra i diplomatici insieme al ministro degli Esteri Antonio Tajani. E dove il capo dello Stato si trattiene in un faccia a faccia con il vicepresidente esecutivo della Commissione Raffaele Fitto. «È ormai strettamente intrecciata sotto ogni profilo la vita del nostro Paese con quella dell’Ue. Il vostro ruolo è estremamente prezioso», le parole del capo dello Stato ai funzionari italiani di stanza nella capitale belga. L’interconnessione tra Unione e Italia «cresce di anno in anno», ha rimarcato Mattarella. Concedendosi una battuta sul cielo, solitamente grigio, che spesso avvolge i palazzi europei: «Sono venuto tante volte a Bruxelles, poche volte c’era un sole così…». E chissà che il bel tempo non sia un buon auspicio, per il messaggio anti-immobilismo che il presidente si prepara a consegnare – ancora una volta – ai vertici dell’Unione. Un altro, sonoro, “nessun dorma”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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