Questa sera sarà l’ultima volta di Luciano Spalletti sulla panchina della Nazionale. L’allenatore toscano è stato sollevato dall’incarico nella giornata di domenica e contro la Moldavia guiderà gli azzurri per l’ultima volta prima di lasciare il ruolo di ct.
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Adesso è già caccia al sostituto, perché il tempo è poco e perché il Mondiale 2026 è alle porte e in questo momento non abbiamo alcuna certezza che l’Italia riesca a qualificarsi. La sconfitta imbarazzante contro la Norvegia ha riportato a galla i fantasmi degli anni precedenti e adesso tutto il popolo italiano trema nell’ipotesi di poter veder sfumare la partecipazione alla Coppa del Mondo per la terza volta consecutiva (ultima volta nel 2014). Il nome per il dopo Spalletti è uno, chiamato a gran voce da tutto il popolo: Claudio Ranieri. Primo obiettivo anche della Figc, alla caccia di un tecnico poco visionario ma più pratico.
La situazione di Ranieri: gli ostacoli e le possibilità per il ruolo da ct
Sir Claudio ha appena concluso la sua ultima stagione da allenatore, portando la Roma ad un passo dalla Champions League.
Ranieri sarebbe il profilo perfetto per la Nazionale, in un momento estremamente critico che solo un tecnico del suo calibro è capace di gestire. Serve una figura autorevole e che metta d’accordo tutti, un profilo di esperienza ma anche capace di mettersi al servizio del bene comune e Claudio Ranieri ha tutte queste caratteristiche.
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Per lui sarebbe la prima esperienza sulla panchina della Nazionale italiana (ha allenato la Grecia) e forse è l’unico tassello che manca alla sua straordinaria carriera. L’ostacolo principale riguarda il ruolo che da quest’anno occuperà all’interno della Roma, ufficialmente come consulente, di fatto come un dirigente. Un decisionista a tutti gli effetti: ha scelto lui Gasperini, tanto per fare un esempio. Un ruolo che Ranieri ha già accettato da parecchio tempo e che lo porterà ad avere grande valenza all’interno della società giallorossa. La scelta di Gian Piero Gasperini ha visto Ranieri protagonista e questo la dice lunga sul valore che la società riconosce a Sir Claudio. Se non dovessero concedergli il doppio ruolo la situazione diventerebbe complicata. La Nazionale difficilmente si rifiuta, soprattutto in una situazione così delicata, ma ci sono degli ostacoli oggettivi che vanno presi in considerazione, più di natura etica che regolamentare.
Ranieri è combattuto, perché non ha intenzione di non rispettare la parola data alla Roma. Di contro non vorrebbe rifiutare la chiamata della Nazionale, soprattutto in un momento estremamente complicato e che rischia di culminare con un altro Mondiale sfumato.
La federazione sta provando in tutti i modi a trovare il modo per permettere a Ranieri di mantenere il doppio ruolo, non perdendo l’impegno già dato alla Roma e uscendone da vincitore. Sarebbe un incarico a termine che si concluderebbe dopo il Mondiale 2026. Oggi, però, serve un allenatore pratico che vada al sodo e che porti, possibilmente, risultati immediati. In Italia, più che una regola, è una prassi non accettare il doppio ruolo ma non sono esclusi colpi di scena e non sarebbe la prima volta.
Secondo il regolamento interno (NOIF) gli allenatori responsabili delle squadre nazionali Figc nel corso della medesima stagione sportiva non possono tesserarsi, né, indipendentemente dal tesseramento, svolgere attività per società, neppure con mansioni diverse, salvo che il contratto economico non sia stato risolto consensualmente.
I precedenti
In passato Gabriele Oriali ha fatto il team manager della Nazionale e dell’Inter. Si trattava di un ruolo decisamente diverso da quello del ct. In questo caso Ranieri sarebbe commissario tecnico da una parte e consulente dall’altra.
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