20.05.2025
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Politics

Rai, cosa succede con il nuovo Cda? Il Movimento punta a RaiNews24, in bilico la direzione leghista alla TgR


La partita politico-parlamentare sulla nuova governance della Rai è quasi conclusa, anche se manca la certezza di avere Simona Agnes come presidente (di garanzia ma sponsorizzata da Forza Italia). La prossima settimana verrà deciso quando ci sarà il voto in commissione di Vigilanza e, quando si svolgerà lo scrutinio, si vedrà se la candidata ce la farà a raggiungere l’obiettivo oppure no: se ce la farà in prima battuta (improbabile vista la chiusura per ora di M5S rispetto al suo nome) o magari ce la farà successivamente nel caso in cui i contiani abbiano ottenuto qualcosa dando in cambio il via libera.

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IL RISIKO

Quel che è certo è che il nuovo Cda significa anche cambiamenti, nomine, avvicendamenti, altro spoils system, ribaltoni e ribaltini nelle direzioni dei tiggì, dei generi, delle testate e nelle posizioni apicali nella corporate. Assicurano tutti, tra Viale Mazzini e Saxa Rubra, che la direzione del Tg3 resterà a Mario Orfeo e che le mire stellate sulla roccaforte storica dell’informazione di sinistra verranno vanificate nella realtà. Più a portata di mano – e qui c’entra l’eventuale aiutino che M5S potrebbe dare in Vigilanza all’elezione di Agnes («La mano tesa ci sarà», assicurano fonti forziste) – è la scalata stellata alla guida di RaiNews24. Il 24 novembre scade il primo mandato triennale di Paolo Petrecca, di FdI. È rinnovabile ma anche no. E il posto di Petrecca, alla guida di una redazione dove sono tutti ma proprio tutti di sinistra, potrebbe passare a Giuseppe Carboni che è stato in quota grillina direttore del Tg1 ed è rimasto fedele a quell’area politica. E chi lo sostituirà alla direzione di Rai Parlamento, dove è attualmente collocato Carboni? La casella potrebbe andare a Forza Italia che perderà lo scettro di RaiSport (subentrerà Petrecca?) perché Jacopo Volpi va in pensione. Non sono due poltrone di equivalente peso quella di Rai Parlamento e quella di Rai Sport, ma vabbè: se gli azzurri riescono a spuntarla con la presidenza Agnes, si accontenteranno di perdere qualcosa. Mentre una promozione, ma più per motivi aziendali che politici, avrà probabilmente Stefano Coletta, area dem, responsabile dei palinsesti e possibile coordinatore di tutti i generi. Sarebbe una nuova figura di raccordo tra le varie direzioni.

Sempre il 24 novembre scade il secondo mandato triennale di Alessandro Casarin, leghista, alla guida della TgR che è una super potenza dell’informazione Rai, radicata in ogni regione e in ogni angolo del Paese. Qualche professionista vicino a Fdi potrebbe riempire quella casella.

LA LEGA

Non è detto infatti che la TgR andrà all’attuale condirettore, leghista a sua volta, Roberto Pacchetti, perché il Carroccio – a detta dei suoi alleati – in Rai ha già molto, anzi troppo. Il nuovo dg Roberto Sergio (staffetta con Giampaolo Rossi ossia scambio dei ruoli tra i due) è un manager trasversalmente apprezzato ma allo stesso tempo piuttosto caro alla Lega. La quale avrà il presidente ad interim, Antonio Marano, in quanto consigliere più anziano, in attesa che si sbrigli la matassa Agnes. Ha la guida del Prime Time che significa Sanremo e detiene un potere immenso anche dal punto di vista pubblicitario (il posto ora è di Marcello Ciannamea, e in quel posto resterà). Detiene la guida del Giornale radio compresa Radio 1, la direzione delle produzioni tivvù con Marco Cunsolo (è una corazzata che gestisce tutti i mezzi e le apparecchiature dell’azienda in tutta l’Italia), di Rai Pubblicità con Maurizio Fattaccio, di Rai Documentari con Zuppi, delle Relazioni istituzionali con Angela Mariella. A FdI dicono: i salviniani, con tutto questo patrimonio tra le mani, dovrebbero almeno lasciare la TgR. Anche perché la Lega sta chiedendo con forza — come compensazione per aver consentito l’arrivo del meloniano Rossi — una direzione di genere. O gli Approfondimenti, che significa il controllo dei talk show politici, ora di pertinenza del meloniano Corsini, o il Day Time (togliendolo sempre a FdI) o Rai Cultura (togliendola al Pd).

LE ALTRE POSIZIONI

E a M5S basterà RaiNews? Chissà. Intanto, i contiani – dicono nella maggioranza – possono stare soddisfatti, mentre i dem possono stare più che soddisfatti visto che fanno gli aventiniani in Parlamento ma in azienda hanno decine di direzioni e poltrone di potere. Gli stellati, in attesa di un posto in più, hanno non solo Rai Parlamento ma anche Radio 2 con Simona Sala, il condirettore della TgR Roberto Gueli, e conduttori di programmi importanti: da quello di Peter Gomez al Tango di Luisella Costamagna e alla vita in diretta con Matano. Ma vedremo anche, in chiaro, trasmissioni new entry: Massimo Giletti è la più eclatante. Mega contratto per lui, e prima serata su Rai3 il lunedì con Lo stato delle cose. Mentre l’ex delle Iene, Antonino Monteleone, sarà in onda il giovedì su Rai2 con l’Altra Italia. O forse, è sempre la solita Italia.

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