11.05.2025
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Economy

quest’anno con un giorno in anticipo. Lo studio di Cgia Mestre


MESTRE — Questo è l’ultimo fine settimana dell’anno in cui gli italiani sono chiamati a lavorare per il fisco. Da lunedì 3 giugno, infatti, scatta il cosiddetto «giorno di liberazione fiscale», a partire dal quale, fino al 31 dicembre, si lavora per soddisfare i propri bisogni. L’elaborazione annuale è stata effettuata dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre, che segnala come quest’anno la pressione fiscale fissata al 42,1% scenderà di 0,4 punti percentuale rispetto allo scorso anno, e quindi il ‘tax Freedom Day’ arriva con un giorno in anticipo. Nonostante il leggero, calo l’Italia rimane il quinto paese europeo con la tassazione più alta, 2,2 punti sopra la media europea.

Per molti italiani si tratta del raggiungimento di un traguardo importante, anche se puramente simbolico. Siano essi partite Iva, lavoratori dipendenti, pensionati o imprese. In linea meramente teorica, pertanto, da lunedì lavoreremo per soddisfare i nostri bisogni e non più per pagare le tasse, le imposte, i tributi e i contributi sociali previsti nel 2024. Un gettito che per l’erario dovrebbe garantire 909,7 miliardi di euro. Risorse che sono indispensabili allo Stato per far funzionare le scuole, gli ospedali, i bus, i treni, gli uffici pubblici e per pagare le pensioni, gli stipendi agli statali e ai dipendenti degli enti locali. In altre parole, sono soldi che le Amministrazioni pubbliche prima incassano, poi investono nei servizi, nel welfare, nelle infrastrutture sociali ed economiche per migliorare la qualità della vita di ognuno di noi.

Per non essere fraintesi, precisa la nota di Cgia, «è bene evidenziarlo con forza: anche se “il giorno di liberazione fiscale” non costituisce un principio assoluto, questo esercizio dimostra empiricamente quanto sia eccessivo il carico fiscale che continua a gravare sugli italiani, sebbene quest’anno la pressione fiscale sia destinata a scendere di 0,4 punti percentuali rispetto al 2023. E grazie a questa contrazione, lunedì 3 giugno gli italiani potranno festeggiare il “tax freedom day”».

Insomma, se dall’ inizio di gennaio sino a domani abbiamo ipoteticamente lavorato per onorare le richieste del fisco, dall’inizio della prossima settimana fino al 31 dicembre, invece, lo faremo per noi stessi e per le nostre famiglie. Da questo caso di scuola elaborato dall’Ufficio studi della CGIA, emerge che per l’anno in corso sono stati necessari ben 154 giorni di lavoro (sabati e domeniche inclusi) per adempiere a tutti i versamenti fiscali previsti quest’anno (Irpef, Imu, Iva, Irap, Ires, addizionali varie, contributi previdenziali/assicurativi, etc.). Rispetto al 2023, quest’anno ci “liberiamo” dal fisco un giorno prima, anche se da calendario sono due, poiché il 2024 è un anno bisestile.

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