14.05.2025
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Politics

quali scenari aspettarsi per il rinnovo del Cda? Tira dritto il centrodestra, l’opposizione si spacca. La situazione


Siamo ormai agli sgoccioli: domani, con due mesi di ritardo, si procederà all’elezione dei nuovi membri del Consiglio di amministrazione della Rai. Alle ore 9.30 si dovrebbe votare alle Camere per i quattro membri di nomina parlamentare, mentre il Tesoro dovrebbe designare l’ amministratore delegato e il presidente da sottoporre al Consiglio dei ministri. L’attuale cda, il cui mandato triennale è scaduto a metà luglio, in condizioni normali sarebbe già stato rimpiazzato. Tuttavia, il processo è stato caratterizzato da uno stallo tra le varie forze politiche, che ha rallentato la definizione dei nomi da proporre per la nuova governance della Rai. Ma quali sono gli scenari che ci si aspetta domani?

Cda Rai, verso la conta. Schlein e Conte divisi: lei per l’Aventino, lui no

Il centrodestra

Per il centrodestra i giochi sono sostanzialmente fatti: secondo Askanews i voti di Fratelli d’Italia dovrebbero convergere su Federica Frangi (ma circola ancora anche il nome di Valeria Falcone), quelli della Lega su Antonio Marano (classe 1956) mentre tra giovedì e venerdì il Mef indicherà i suoi due consiglieri: Giampaolo Rossi, destinato a diventare amministratore delegato (di fatto il vero obiettivo della presidente del Consiglio), e poi quello di Simona Agnes.

Dovrebbe essere lei, nei desiderata di Forza Italia, a ricoprire il ruolo di presidente. Ma è esattamente su questo punto che da settimane le trame della maggioranza si intrecciano con quelle delle opposizioni, visto che quel ruolo per essere effettivo necessita di due terzi dei voti della Vigilanza (e al centrodestra ne mancano due).

Il centrosinistra

Ora la spaccatura risiede tra i partiti di minoranza. I democratici hanno provato a convincere tutti gli altri a seguirli nell’idea non soltanto di un Aventino in Vigilanza, ma addirittura a disertare lo stesso voto parlamentare. Secondo Schlein non avrebbe «senso rinnovare ora un Cda che comunque sarebbe già a scadenza. Lo stanno facendo solo per spartirsi le poltrone», dal momento che l’Italia dall’agosto 2025 dovrà adeguarsi alla normativa europea che chiede di rendere il servizio pubblico «indipendente dalla politica e dai partiti». Ma M5s e Avs rompono col Pd: «Domani ritieniamo doveroso partecipare al voto in Aula per proporre in modo condiviso nomi autorevoli e per evitare di lasciare spazi ulteriori alla destra e al governo Meloni» hanno dichiarato i due leader di Avs Bonelli e Fratoianni. Della stessa linea i grillini: «La suggestione che viene diffusa da alcuni organi di stampa, di disertare le aule in occasione del voto dei consiglieri di nomina parlamentare, è stata respinta dall’Assemblea dei parlamentari del M5S — si legge in una nota del partito — Questo in considerazione del fatto che appare contrario all’interesse pubblico lasciare il Cda nelle mani dei soli consiglieri designati dalle forze di maggioranza, rinunciando così le forze di opposizione a esercitare le funzioni di vigilanza, di controllo e di garanzia di pluralismo in un momento estremamente delicato per il Servizio Pubblico».

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