17.05.2025
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Politics

Protezione civile, la svolta: tocca all’uomo di Caivano


ROMA Nel poco che trapela da chi era informato della nomina, un dato viene sottolineato: «Non è una bocciatura». Piuttosto, il cambio al vertice della Protezione civile si spiega con la volontà di riconoscere una promozione: quella di Fabio Ciciliano, già commissario straordinario per il risanamento e la riqualificazione del comune di Caivano, che prende il posto di Fabrizio Curcio, a capo del dipartimento di Palazzo Chigi dal febbraio 2021.

La svolta, nell’aria da qualche giorno, è stata ratificata nel Cdm di ieri, dopo un’informativa del ministro Nello Musumeci. Ciciliano, 52 anni, originario di Napoli, è un dirigente medico della Polizia di Stato con tre lauree all’attivo, segretario del primo Comitato tecnico scientifico durante il Covid sotto il governo Conte e poi membro del Cts durante l’esecutivo Draghi.

Finché poco meno di un anno fa, l’8 settembre scorso, il chirurgo prestato alla Pa non è stato scelto dal governo Meloni per tradurre in pratica un obiettivo ambizioso della premier: riqualificare un territorio sconvolto dallo stupro di gruppo a danno di due bambine di dieci e dodici anni all’interno del Centro sportivo Delphinia, ormai preda dell’abbandono e dell’incuria.

SFIDA VINTA

Una sfida vinta, per Palazzo Chigi. Che infatti ha voluto premiare i risultati di Ciciliano, il cui mandato da commissario straordinario sarebbe scaduto tra meno di due mesi. È così che, viene suggerito, va letto il cambio della guardia: il “modello Caivano” è stato un successo, con il centro sportivo nel Comune alle porte di Napoli riqualificato in soli otto mesi e inaugurato a maggio. Un dossier seguito da vicino dalla premier e dal sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano, con cui Ciciliano vanta ottimi rapporti, insieme a don Patriciello.

Ambienti vicini a Palazzo Chigi smentiscono invece frizioni dei vertici del governo con Curcio. Al quale sarebbe stato offerto un posto da prefetto: di fatto, una promozione. Ma il capo della Protezione civile uscente avrebbe preferito continuare a prestare servizio all’interno della presidenza del Consiglio. L’ormai ex capo Dipartimento chiude così la sua seconda parentesi alla guida della struttura, alla cui tolda di comando era arrivato per la prima volta nell’agosto del 2017. Due anni dopo era stato lui stesso a dimettersi per motivi «strettamente personali». Alle spalle Curcio vanta una lunga esperienza da funzionario dello Stato, prima nei Vigili del fuoco e poi al Dipartimento, dove ha gestito tutte le emergenze, dai terremoti alle alluvioni, fino ai grandi eventi come il Giubileo del 2000 ed il vertice Nato-Russia del 2003 a Pratica di mare.

Critica la sostituzione al vertice il Pd: «Ora basta», attacca la capogruppo dem a Montecitorio Chiara Braga. «Un cambio improvviso e immotivato. Ci sono ruoli che andrebbero preservati da logiche spartitorie e simpatie politiche e funzioni che non si costruiscono in un giorno, ma che richiedono esperienze specifiche e sul campo».

ESPERIENZE SUL CAMPO

Esperienze che anche a Ciciliano non sembrano mancare, avendo ricoperto il ruolo di direttore del Servizio Affari generali di Sanità del Dipartimento di pubblica sicurezza e avendo contribuito a gestire in prima persona molte emergenze, anche all’estero. Fra queste il disastro nucleare di Fukushima, in Giappone, e l’epidemia di colera di Haiti, così come i terremoti in Pakistan ed India.

Tra chi plaude alla sua nomina c’è un altro ex capo della Protezione civile, Guido Bertolaso. «Era ora», scrive sui social: «Vediamo se adesso una struttura essenziale per la nazione tornerà ad occuparsi dei mille problemi del Paese mettendoci faccia, cuore e cervello, assumendosi tutte le responsabilità e coinvolgendo in pieno quelle risorse umane straordinarie, vera anima della Protezione civile sognata e voluta da Giuseppe Zamberletti».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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