11.06.2025
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Economy

Produzione da rinnovabili e sistemi di accumulo per potenziare le nostre reti


La competitività del Paese passa anche dalla difesa delle infrastrutture strategiche. E partecipando ieri al panel “Transizione idrica, energetica e competitività industriale” del convegno “L’Italia si trasforma — Sfida Capitale” organizzato dal Messaggero e moderato da Roberta Amoruso e Costanza Calabrese, Pierroberto Folgiero, ad di Fincantieri, ha posto l’accento sull’importanza dell’industria dell’underwater. Perché «il mondo della subacquea è oggi quello che era lo spazio quarant’anni fa». Sui fondali, soprattutto quelli del Mediterraneo, passano le principali reti di connessione, tra cavi elettrici, telecomunicazioni e gasdotti. «La prima applicazione delle tecnologie dell’underwater di nuova generazione è proprio la protezione delle infrastrutture subacquee». Anche sfruttando la robotica o l’IA. In questa direzione è nato il Polo nazionale della subacquea a La Spezia.

RESILIENZA

Mari a Rosaria Guarniere, direttrice Ingegneria e Realizzazione di progetto del Gruppo Terna, si è soffermata su quanto la transizione sia collegata a temi come sicurezza e resilienza delle reti. Con il rafforzamento delle rinnovabili, va «garantito lo scambio di energia tra i punti in cui vengono prodotti ei punti di consumo». Un cambio di paradigma ancora più impellente dopo il blackout spagnolo di fine aprile. Già prima dell’evento, Terna ha rafforzato il suo piano per la sicurezza 2024-2028 introducendo «nella rete i macchine che riescono a compensare e quindi in qualche modo aiutare la stabilità della rete», soluzioni digitali e di cybersecurity per aumentare la resilienza e «resistere alle sollecitazioni estreme».

Nicola Lanzetta, Direttore Italia del Gruppo Enel, si sofferma sulle sfide energetiche per permettere all’Italia di continuare a «essere uno dei Paesi industrialmente più avanzati». In primo luogo c’è da affrontare la dipendenza dall’estero. «Dobbiamo essere in grado — spiega — di produrre energia elettrica sempre più da fonti rinnovabili», per le quali sono necessarie ulteriori semplificazioni normative. Senza dimenticare la strada del nucleare. Va ulteriormente «sviluppata la capacità di accumulo», cioè delle grandi batterie, «sulla quale il Paese ha già una leadership tecnologica». Cruciale poi la rete di distribuzione, anche in una fase dove la resilienza deve fronteggiare i cambiamenti climatici straordinari. «Deve essere in grado di accogliere l’energia prodotta» da impianti piccoli e grandi. Da non dimenticare, infine, l’elettrificazione delle produzioni, che stanno abbandonando le fonti fossili.

Secondo Nicola Monti, ad di Edison, «la transizione è un percorso lungo difficile», da realizzare «a livello sistemico», mettendo assieme obiettivi e interessi di produttori, distributori, trasportatori e consumatori di energia. Non aiuta «in Europa il costo dell’energia decisamente più alto rispetto a quello dei nostri grandi concorrenti, Stati Uniti e Cina». Che continuare a utilizzare fonti fossili. E se il Green Deal guarda alla sostenibilità ambientale, bisogna risolvere il gap di «sostenibilità economica». Necessaria, poi, la creazione di «un campione nazionale europeo per la produzione di pannelli fotovoltaici o di batterie» per evitare di alimentare la concorrenza cinese.

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