04.07.2025
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Economy

«Primi in Europa per l’avanzamento del piano». La Ue prepara 18,3 miliardi


Tutto secondo le attese e nei tempi previsti. L’Italia ha ricevuto dalla Commissione europea il via libera al pagamento della settima rata del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Un assegno che vale 18,3 miliardi di euro, di cui 4,6 miliardi a fondo perduto e 13,7 miliardi sotto forma di prestiti. Un volta incassata la somma, Roma avrà così ricevuto il 72% dei 194,4 miliardi assegnati al Paese nella cornice del Next Generation Eu, il maxi-piano di investimenti varato dall’Unione europea per far ripartire il Continente dopo le secche della pandemia.

«Con il pagamento della settima rata l’Italia confermerà il primato europeo nell’avanzamento del Piano, con oltre 140 miliardi di euro ricevuti», ha commentato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, «Si tratta di un primato anche qualitativo, abbiamo dimostrato di essere capaci di utilizzare in modo virtuoso gli strumenti che l’Europa ci ha fornito e siamo diventati un modello per gli altri Stati membri». Il lavoro non è terminato, sottolinea ancora la premier, chiedendo di «continuare con determinazione» il lavoro per portare avanti il Piano. Nei giorni scorsi Roma ha presentato la richiesta di pagamento dell’ottava rata e nei prossimi 12 mesi dovrà completare obiettivi e target delle ultime due.

LA SCADENZA

La tabella di marcia rimane invariata. Il ministro per gli Affari europei, Tommaso Foti, va dritto al punto. Roma lavora al Piano tenendo presente «il rispetto degli impegni, delle sue priorità e della sua scadenza finale ad agosto 2026». La volontà è quindi di non farsi distrarre dai dibattiti su una possibile estensione del Next Generation Eu, richiesta ad esempio dal Parlamento europeo, almeno per progetti che possono essere considerati «maturi».

L’esecutivo comunitario ha però già chiuso la porta a eventuali proroghe. L’esortazione ai governi è a «rivedere i loro piano per includere misure realizzabili». Proprio in questi giorni tecnici della Commissione sono a Roma per discutere le proposte di revisione che l’Italia presenterà a Bruxelles nelle prossime settimane. La Commissione ha indicato alcune direttrici sulle quali concentrare le prossime modifiche, ad esempio il social housing. Roma punta a indirizzare i miliardi del Piano verso progetti produttivi. Tra le ipotesi di lavoro ci sono modifiche agli incentivi di Transizione 5.0, rendendoli più facilmente fruibili, e l’idea di creare degli specifici fondi, la cui costituzione diventerebbe il traguardo da raggiungere, dove far confluire risorse del Pnrr da utilizzare poi più avanti, sul modello di quanto fatto in Spagna.

Tutte ipotesi di lavoro, come quella di un maggior dialogo delle risorse del Piano con i fondi di Coesione, sui quali spostare progetti che potrebbero uscire dal Recovery una volta stabilito come intervenire. Per l’Italia si tratterà della sesta revisione. L’ultima, tecnica, era servita proprio per rivedere alcune delle tappe necessarie a chiudere la settima rata, più altri correttivi per facilitare l’attuazione dei traguardi per realizzare le prossime scadenze. In particolare, per ragioni di difficoltà di mercato o di approvvigionamenti, era stato deciso di spostare risorse dall’idrogeno alla produzione di biometano e dalle colonnine elettriche agli incentivi per l’auto.

«La richiesta di pagamento riguarda passi importanti nella realizzazione di 10 riforme e 46 investimenti che guideranno cambiamenti positivi per i cittadini e le imprese», ha spiegato la Commissione citando tra i vari interventi il rinnovamento di dieci stazioni ferroviarie nel Sud Italia; la legge sulla concorrenza e opere per la distribuzione di energia rinnovabile.

I PROGETTI

«Alla settima rata», ha sottolineato Foti, «sono legati diversi investimenti strategici, tra i quali il nuovo collegamento elettrico tra Sardegna, Corsica e penisola e il collegamento elettrico sottomarino tra Sicilia, Sardegna e penisola, Tyrrhenian Link». Agli investimenti sulle infrastrutture energetiche si aggiungono altri interventi significativi quali il potenziamento della flotta di autobus e di treni a emissioni zero; l’attivazione di 480 Centrali Operative Territoriali per la salute pubblica; gli investimenti per una migliore gestione delle risorse idriche. E ancora, il conferimento di 55.000 borse di studio per l’accesso all’Università, di 7.200 borse di dottorato per la ricerca e di ulteriori 6.000 borse per dottorati innovativi.

Quanto ai tempi dell’esborso dei 18,3 miliardi, l’analisi passa ora al comitato economico finanziario della Ue, che avrà quattro settimane di tempo, per poi ridare palla alla Commissione.

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