I camper sono arrivati questa mattina, “armati” di stendardi verdi con l’Alberto da Giussano, seguiti dai primi pullman di militanti. E intorno al pratone già si vede spuntare qualche tenda montata dai giovani leghisti che nonostante l’umidità della valle passeranno qui la notte. Tutto pronto a Pontida per un’altra adunata dello storico appuntamento del Carroccio, il raduno sul “sacro suolo” della bergamasca nato per richiamare il leggendario giuramento della Lega lombarda (quella medievale) contro il Barbarossa. E dove dal 1990 si danno appuntamento i seguaci di Bossi (prima) e di Salvini (oggi).
La «prima» di Vannacci
Ma il Capitano, per la prima volta da parecchi anni, non ci sarà a inaugurare la pre-Pontida di oggi, quella dedicata ai giovani. A fermare Salvini, costringendolo ad annullare gli appuntamenti per un giorno, un brutto episodio di coliche renali, che ha costretto il vicepremier a sottoporsi a qualche accertamento medico. Nulla di cui preoccuparsi, rassicurano da via Bellerio: il segretario federale sarà comunque sul palco principale di domani. E così a tenere calda l’atmosfera, tra i monti della bergamasca, dovrà pensarci il suo vice, al debutto a Pontida coi galloni di numero due, Roberto Vannacci. E nessuno, nonostante la freddezza di qualche esponente della vecchia guardia per l’europarlamentare in mimetica, dubita che ci riuscirà.
Sarà sul palco già oggi pomeriggio, il generale, insieme al ministro dell’Istruzione Valditara, al vicesegretario Alberto Stefani (in pole come candidato alle regionali in Veneto, se davvero toccherà alla Lega come tutti sperano da queste parti) e al capo della giovanile Toccalini. Riflettori accesi oggi anche per Jackie Eubanks, 26 anni, collaboratrice del movimento Usa Turning Point che racconterà di Charlie Kirk, l’attivista Maga ucciso nello Utah da un contestatore. Presenza centrale, nella narrazione di una Pontida “contro l’odio” che proprio a Kirk sarà dedicata, a cominciare dallo slogan “Senza paura”.
Gli ospiti internazionali
Il palco principale però come da tradizione sarà quello di domani mattina.
Che vedrà anche quest’anno diversi ospiti internazionali. Se l’anno scorso per la Pontida “Sovranista” post Europee toccò a Viktor Orban, domani a prendere la parola saranno il delfino di Marine Le Pen e presidente del Rassemblement National Jordan Bardella, quello di Vox Santiago Abascal e Flavio Bolsonaro, senatore e figlio dell’ex presidente brasiliano condannato a 27 anni per tentato colpo di stato. E per Salvini vittima, proprio come Le Pen, di una “eliminazione politica”. Ma come ogni anno, ad arringare la folla sul pratone saranno tutti i maggiorenti leghisti. Dai governatori (attesissimo l’intervento di Luca Zaia, all’ultima festa da governatore del Veneto e ancora senza un destino chiaro) ai ministri, capigruppo e vicesegretari. Come l’ex parà Vannacci, che calcherà il palco per la seconda volta in due giorni.
E poi il comizio finale, intorno all’ora di pranzo, di Salvini. Pronto a rivendicare i risultati ottenuti fin qui (a cominciare dal decreto sicurezza già oggetto di un grande battage pubblicitario con cartelloni nelle città) e rilanciare le battaglie d’autunno della Lega. Dalla flat tax alla pace fiscale, con la sempreverde rottamazione delle cartelle, all’extratassazione sulle banche che fa infuriare Forza Italia. Fino ai nodi più politici. Come l’autonomia differenziata ancora al palo e la partita delle regionali d’autunno, oggetto da mesi di un braccio di ferro con FdI. Capitoli sui quali molto dipenderà, nelle prossime settimane, da quanto gli alleati meloniani saranno disposti a concedere al Carroccio. E a Pontida, tra gli stand che servono salamelle, polenta e arrosticini, i militanti leghisti sono i primi a chiedere al “Capitano” di non scendere dalla ruspa.
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