Corvi (Parma): Suzuki si rompe un dito e il Parma va ad ingaggiare lo svincolato spagnolo Guaita, dalla tenera età di 38 anni, perché temeva di restare a porta vuota. Invece lo spagnolo Cuesta a Verona lancia l’italianissimo Edoardo Corvi che, a 24 anni, trova finalmente l’esordio in serie A. Emiliano doc, è di Felino (e per un portiere è un buonissimo auspicio per i riflessi) e al Bentegodi salva subito il risultato salvando di piede su Orban e poi, ancora con i piedi, fermando Keita lanciato verso la sua porta. Coraggioso ma sfortunato nell’uscita bassa in cui Giovane con una carambola trova il gol, ma il Parma poi la vince lo stesso. Corvi del buon augurio.
Di Lorenzo (Napoli): tra Nazionale e Napoli aveva collezionato un bel po’ di critiche. Il terzino contro l’Atalanta le respinge al mittente con l’assist a Lang ma con una partita di spinta e sostanza che, dopo Neres, lo vede migliore in campo.
Gabbia (Milan): altra vittoria di corto muso, stavolta nel derby, grazie anche alla porta inviolata. Va bene, Maignan sta parando anche gli spifferi, ma davanti può contare anche su uno come Gabbia che ingaggia un duello fisico con Thuram e sbarra la strada a Lautaro. Caposaldo del bunker rossonero.
Mancini (Roma): il messaggio di Haaland («sei il più forte difensore italiano») poteva sapere di presa in giro dopo il disastroso Italia-Norvegia, ma il centrale romanista almeno con la Roma è un pilastro portante del palazzo tirato su da Gasperini e che oggi comanda in solitudine la classifica grazie alla difesa migliore d’Europa, assieme a quella dell’Arsenal (dove gioca Calafiori, quindi buonissime notizie per Gattuso almeno su questo fronte). Poi alle spalle ha un certo Svilar, che cancella aneche le sbavature.
Bartesaghi (Milan): ormai Allegri gli concede fiducia anche nei big match e anche se Estupinan è guarito e pronto. Il giovanotto ripaga tanta fiducia e anche contro l’Inter resta concentrato e determinato. Anche lui in prospettiva (ma non troppo lunga) è una buona notizia per il ct azzurro.
Mandragora (Fiorentina): il siluro che affonda la Juve e tiene a galla questa scassatissima Fiorentina è una perla di rara bellezza. Un gioiello che Vanoli può sfoggiare per riportare i toscani fuori dall’incubo ultimo posto.
Pobega (Bologna): il dottore in Economia Aziendale sfila gli occhialini da intellettuale e torna a indossare i panni della mezzala box-to-box che, in campo, gli cascano a pennello.
La doppietta di Udine è fragorosa e lo riporta all’attenzione di un calcio italiano che ha bisogno di recuperare i suoi talenti per poter risorgere. E Tommaso, ormai 26enne e nel pieno della maturità agonistica, può essere tanto utile alla causa
Cristante (Roma): semmai qualcuno si prenderà la briga di contare a fine campionato i chilometri corsi, lui potrebbe accorgersi di aver coperto la distanza che va dalle Alpi alla Sicilia. Corsa per altro messa a frutto per tenere insieme i reparti di una Roma che comincia a muoversi come un balletto alla Scala. E a Cremona, dopo un bel po’ di gare giocare da trequartista, ha rifatto una capatina in difesa tanto per non perdere l’abitudine.
Borrelli (Cagliari): eccone un altro di attaccante italiano ripescato dall’umido dov’era finito scavalcato da pseudotalenti stranieri. Un po’ come Moreo del Pisa, arrivato a segnare in serie A dopo aver sgrullato le reti di tutte le serie. A Gennaro manca la serie D, ma dalla C alla B non si è fatto mancare nulla. Nemmeno il rischio di restare a spasso, dopo il fallimento del Brescia dove giocava lo scorso anno. Il Cagliari lo ha ripescato e, a quasi sei anni esatti dalla rete che segnò con l’Italia under 20 nel 4-2 alla Svizzera nella sua unica apparizione azzurra, piazza la sua prima doppietta in serie A contro un portiere (Leali del Genoa) che non è proprio l’ultimo arrivato. Ha 25 anni, può ancora essere recuperato alla causa.
Scamacca (Atalanta): se ha superato i guai derivati dai due terribili infortuni è con Kean il più forte attaccante italiano. Più di Retegui, che scegliendo i petroldollari della Saudi Pro League ha abbassato inevitabilmente il suo livello di competitività. Scamacca a Napoli ha segnato un gol stupendo quanto inutile e con il suo ingresso l’Atalanta ha ritrovato incisività. Gattuso deve tifare per lui.
Kean (Fiorentina): non trova il gol dell’ex contro la Juve, ma da solo tiene in ansia tutta la retroguardia bianconera. Sta pagando i problemi della sua squadra, ma sta confermando quanto di buono fatto vedere nella stagione scorsa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA



Leave feedback about this