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Plusvalenze, chiesto il processo per Agnelli


La Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per l’ex stato maggiore della Juventus. I reati contestati agli indagati, tra i quali Andrea Agnelli (presidente dal 2010 al 2022), Pavel Nedved (vicepresidente), Fabio Paratici (direttore sportivo fino al 2018, per lui è stato richiesto lo stralcio per due capi d’imputazione, quando ormai era al Tottenham) e Maurizio Arrivabene (amministratore delegato dal 2021 al 2023) sono quelli, a seconda delle posizioni di ognuno, di aggiotaggio, fatture false e ostacolo alla vigilanza. L’indagine è coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini e dai pm Lorenzo Del Giudice e Giorgio Orano che, inoltre, hanno chiesto lo stralcio delle posizioni per Francesco Roncaglio ed Enrico Vellano (ex componenti del cda) e per Stefania Boschetti e Roberto Grossi (revisori legali). Un procedimento che si è trasferito nella Capitale (alla fine di una montagna di polemiche) dopo che la Cassazione lo aveva tolto alla Procura di Torino per un conflitto di competenza territoriale. Adesso starà al giudice decidere se le prove che sono state raccolte dai nuovi titolari dell’inchiesta possano essere considerate bastevoli per aprire un processo.

DOPPIO FILONE

L’indagine Prisma era partita nel novembre del 2021, quando la Guardia di Finanza aveva perquisito le sedi bianconere a Torino e Milano alla ricerca di documenti relativi alla compravendita di giocatori e alla formazione dei bilanci 2019-2021. Erano due i filoni: quello delle plusvalenze e quello della manovra stipendi, nel merito di accordi trovati con i calciatori (tra i quali anche la famosa Carta Ronaldo) per il pagamento degli emolumenti nel periodo del Covid che ha bloccato tutto il mondo dello sport e non solo. Nell’ottobre del 2022 la Procura di Torino chiuse l’indagine preliminare e poi, nel novembre dello stesso anno, tutto il consiglio d’amministrazione juventino si dimise provocando un vero e proprio terremoto societario con la successiva nomina di Gianluca Ferrero come presidente: carica che ricopre attualmente. Partì, il giorno dopo questa decisione, (29 novembre) un nuovo procedimento della Figc (dopo un’iniziale assoluzione) che portò alla penalizzazione finale di 10 punti e poi all’esclusione della Juve dalla Conference League visto che si arrivò anche ad una decisione della Uefa. Per la manovra stipendi invece si è arrivati al patteggiamento, con una multa alla Juve di 718 mila euro e la rinuncia a presentare qualsiasi ricorso. Il processo sportivo dunque è chiuso e la squadra di Thiago Motta non rischia nulla.

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