Botta e risposta tra Matteo Salvini e Pier Silvio Berlusconi. Quest’ultimo ha criticato apertamente le modalità con le quali è stato deciso di intitolare a suo padre l’aeroporto di Malpensa — battaglia che si è intestato il vicepremier leghista -, e soprattutto ha bocciato («È un pasticcio assoluto, il contrario di quello che andrebbe fatto. Distrugge il mercato. Sarebbe la morte della editoria italiana») la proposta della Lega di abbassare il canone Rai compensando i mancati introiti con l’innalzamento del tetto pubblicitario. La risposta del partito di via Bellerio è stata a dir poco piccata: «Saremmo lieti di confrontarci con lui e la sua azienda sul futuro dell’offerta televisiva italiana, ivi compreso il miglioramento della tv pubblica con riduzione dei costi a carico dei cittadini». Il dialogo – ha fatto filtrare il segretario – «è sempre utile, anche perché l’obiettivo è migliorare la concorrenza e la qualità complessiva del prodotto a beneficio del pubblico». Insomma, una reazione non proprio conciliante, anche perché – osserva un ‘big’ ex lumbard – «ci risulta che durante la campagna elettorale c’è stato il diktat di Mediaset ad evitare la partecipazione dei leghisti nelle trasmissioni».
LA POLITICA
Comunque, al di là delle punzecchiature tra i due, la novità emersa nella “Serata con la stampa”, che si è tenuta lunedì sera negli studi di Cologno Monzese, riguarda l’attrazione sempre più forte che Pier Silvio prova per la politica. Ha confessato di avvertirne il fascino «in termini di adrenalina, avventura, spinta, rapporto con la gente, fa parte del Dna di mio padre, di un qualcosa che io, ahimè, sento di avere». Poi dopo i ragionamenti di cuore è sembrato far prevalere la ragione: «Un conto è fare le elezioni con la grande avventura elettorale, un conto è il sacrificio della vita politica di tutti i giorni senza tralasciare il conflitto di interessi: come lo metti? Venditutto? Mollare tutto in mano a qualcuno non è un tema leggero». E dunque «la politica sarebbe un suicidio. Non ho mai commissionato un sondaggio che riguardi me e la politica». Per adesso nessuna discesa in campo ma un domani chissà. «Non escludo nulla», continua a ripetere agli azzurri con i quali si confida. Ha anche lanciato un messaggio a FI: «I moderati in Italia – ha ragionato — sono la maggioranza, oggi però non hanno qualcuno in cui si riconoscono veramente. Tanto è vero che la stessa Meloni, che io considero bravissima al di là di come la si pensi, sta prendendo voti dei moderati. C’è un grande spazio. Forza Italia – ha argomentato – è perfetta e sta lì, il brand è già lì e scritto, ma un conto è una Forza Italia di resistenza, un conto è una Forza Italia di sfida».
L’INTERVENTO DI TAJANI
Qualche detrattore ha letto queste affermazioni come una sorta di ‘sconfessione’ dell’operato di Tajani. Ma nel partito si taglia corto: «È il contrario, è proprio la direzione che abbiamo indicato». «Le parole di Pier Silvio Berlusconi — ha affermato il vicepremier e ministro degli Esteri — le leggo come una conferma di quello che abbiamo sempre detto, che dobbiamo coprire lo spazio politico tra Schlein e Meloni. Abbiamo raggiunto il 10% alle europee e puntiamo al 20% alle politiche. Pier Silvio è in perfetta sintonia con noi». L’ad di Mediaset ha parlato a tutto campo. Sulla sorella Marina che in un’intervista ha affermato di sentirsi sui diritti civili più in sintonia con la sinistra («Ha espresso una sua opinione personale e da editore; è libera di farlo,ladifesadeidiritti civiliènel Dna che ci ha tramandato nostro padre»), sull’esecutivo («Meno male che in Italia c’è un governo e c’è un governo stabile»). E anche sulla situazione della Rai – oggetto di uno scontro in maggioranza tra la Lega e Fdi, con quest’ultima che ha chiesto un confronto sulle prossime nomine: «Onestamente – ha detto — non vedo il problema di Tele Meloni, dire che in Italia non c’è libertà di parola e di opinioneame sembrapocovero.Noi poinonsiamoungiornale,ma siamo come una edicola che offre tutto.Condiverse conduzioni ediverse tonalità».Madurante lapresentazionedei palinsesti autunnali del Biscione Pier Silvio si è soffermato soprattutto sullo scontro nato riguardo l’intestazione di Malpensa alla memoria del padre.»Tutto ciò che viene intitolato in suo onore fa piacere. Se lo stramerita», la premessa. Poi l’irritazione: «Noi figli siamo stati informati a cose quasi fatte, non so se era opportuno farlo adesso o meno». L’invito è a non fare politica sfruttando il nome Berlusconi. E nel mirino finisce anche il sindaco di Milano: «Sala scrive a mia sorella sui social, mi fa veramente ridere». Poi aggiunge: «Di’ se sei favorevole o no. Non rompere. Puoi anche dire che sei contro per mille motivi ma non fare polemica sulla polemica».
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