01.06.2025
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Politics

Piciocchi contro Salis, due “tecnici”. Lo spezzatino di Taranto


Non sarà – a meno di scossoni – un test nazionale. Troppo poche, quattro città capoluogo, per misurare la temperatura nel Paese sulla tenuta della maggioranza, o sulle chance dell’alternativa progressista di dare l’assalto a Palazzo Chigi. Ma le urne di oggi e domani in 117 comuni da Nord a Sud (31 dei quali sopra i 15mila abitanti, tra cui Genova, Taranto, Ravenna e Matera) rappresentano comunque il fischio d’inizio della lunga maratona che porterà alle politiche 2027. Con una serie di tornanti osservati speciali. A cominciare dai cinque referendum su lavoro e cittadinanza in programma l’8 e il 9 giugno, insieme ai ballottaggi nelle città. E poi – soprattutto – le regionali d’autunno in Veneto, Marche, Toscana, Campania e Puglia.

Appuntamenti in vista dei quali si testano strategie, alchimie, candidati. Dalla sfida tra civici di Genova allo “spezzatino” di Taranto, dove (quasi) tutti corrono da soli. Con un’incognita ingombrante, quella dell’astensione, che in più di un’occasione ha portato il centrodestra a criticare il modello del doppio turno (non a caso in Senato è appena cominciato l’esame del ddl di Fratelli d’Italia che prevede l’elezione immediata per chi ottiene più del 40%).

CIVICI CONTRO

Nel capoluogo ligure, in ogni caso, entrambi gli schieramenti puntano a farcela al primo round. Sotto la Lanterna, il centrosinistra scommette su Silvia Salis, 40 anni a settembre, ex campionessa olimpica di lancio del martello e numero due del Coni. Un profilo civico e – a detta di molti – moderato, quello di Salis, che ha messo d’accordo un ampio fronte con dentro Pd, Movimento 5 stelle, Avs e Riformiamo Genova, in cui sono confluiti esponenti di Azione e Italia viva. È lo stesso modello che ai dem portò fortuna a Verona con Damiano Tommasi e a Perugia con Vittoria Ferdinandi. E che al Nazareno sperano possa funzionare anche stavolta.

Profilo civico anche per il centrodestra, che schiera il vicesindaco uscente Pietro Piciocchi. L’uomo che ha preso le redini di Palazzo Doria-Tursi dopo che l’ex primo cittadino Marco Bucci si è trasferito alla guida della Regione Liguria. Avvocato classe ‘77, Piciocchi è padre di otto figli (di cui due in affido) e da poco ha anche un nipotino. E proprio sulla vicinanza a Bucci potrebbe misurarsi parte del suo consenso. Perché se i critici lo accusano di essere «teleguidato» dal governatore (al che lui ribatte: «Non prendo ordini da nessuno»), per molti nel centrodestra sarà proprio la continuità col «governo del fare» dell’ex manager a premiarlo. È il duello più atteso, quello genovese. E nonostante in campo ci siano ben altri cinque candidati di liste minori, le possibilità di chiudere il match al primo turno sono considerate elevate.

Lo stesso potrebbe succedere a Ravenna, dove il centrodestra corre diviso. Da una parte la Lega, che punta sull’84enne Alvaro Ancisi (la prima volta in consiglio comunale, per lui, fu nel ‘66). Dall’altra FdI e FI, a sostegno di Nicola Grandi: 55 anni, già segretario dell’Udc locale, si è da poco tesserato tra i meloniani. Per raccogliere l’eredità dell’ex sindaco Michele De Pascale traslocato in regione, il campo largo Pd-M5S (con Azione e Iv in formato lista civica) ha scelto invece il segretario provinciale dei dem Alessandro Barattoni. Classe ‘82, Elly Schlein conta su di lui per confermare una roccaforte. E on è un caso che la segretaria abbia chiuso proprio a Ravenna il suo tour elettorale, a distanza da Giuseppe Conte che ha preferito concentrarsi sul Sud.

FRONTI DIVISI

Scenario più incerto a Taranto. Dove a pesare non sono soltanto i destini dell’Ilva ma pure le divisioni negli schieramenti. Il comune pugliese è commissariato da febbraio, dopo le dimissioni di massa di 17 consiglieri che hanno fatto naufragare la giunta di centrosinistra. Il Pd ci riprova con Piero Bitetti, ex presidente del Consiglio comunale e profilo – dicono i suoi – da «usato sicuro». Cinquantadue anni, è espressione di Con, movimento vicino al governatore Michele Emiliano. Vanno da soli i Cinquestelle, che in città alle Europee incassarono un lusinghiero 20%: gli stellati candidano la giornalista tv Annagrazia Angolano, 48 anni, sostenuta pure da Rifondazione. Spaccato pure il centrodestra: per FI e FdI c’è il “tecnico” Luca Lazzaro, 43 anni, ex presidente di Confagricoltura Puglia. Per la Lega (che non presenta il simbolo) invece Francesco Tacente, 42 anni, avvocato e presidente del Consorzio trasporti pubblici di Taranto.

Chiude il quadro Matera. Dove il centrodestra punta ancora su un tecnico, Antonio Nicoletti, ex direttore dell’azienda di promozione territoriale della Basilicata. Lo sostengono FdI, FI e Lega (senza simbolo). Spaccato su più fronti il centrosinistra, con il simbolo del Pd che alla fine non comparirà sotto nessuno dei nomi in campo. Neanche sotto quello di Roberto Cifarelli, che pure è un consigliere regionale dem, vincitore di primarie aperte su cui però si sono registrate polemiche e contestazioni. Corre da solo, infine, il Movimento 5 Stelle, che ricandida l’ex sindaco Domenico Bennardi.

Andrea Bulleri

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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