15.05.2025
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Economy

Piano di rientro in 7 anni, freno alla spesa pubblica. Taglio del cuneo tra le riforme


Il lavoro sul documento per ora è rimasto sotto traccia. Ma l’approvazione del Piano strutturale di Bilancio che le nuove regole europee impongono di trasmettere a Bruxelles entro il 20 settembre, sarà un passaggio cruciale per il governo. Ieri si sono inseguire voci di una possibile approvazione in consiglio dei ministri già la prossima settimana. Ma fonti del ministero dell’Economia hanno frenato: se ne parlerà a metà settembre, nessuna accelerazione. Il Piano, comunque, oltre che alla Commissione sarà trasmesso anche al Parlamento. E la ragione è semplice. Quello che sarà scritto nel documento sarà vincolante per l’esecutivo fino alla fine della legislatura.

LE TAPPE
Gli impegni che saranno presi sulla “traiettoria” della spesa pubblica non potranno essere modificati. Si potranno ridiscutere solo, se e quando cambierà la maggioranza di governo. Il documento insomma, sarà una sorta di tavola della legge per i conti pubblici nei prossimi anni. Allora è bene capire come funziona e cosa ci si può attendere che venga scritto al suo interno. Il Piano servirà a mettere il debito pubblico su una traiettoria “sostenibile” attraverso il controllo della spesa pubblica primaria netta corrente.Un conteggio dal quale saranno esclusi gli interessi sul debito, i fondi finanziati dall’Ue, come il Pnrr e la coesione, e i costi della cassa integrazione. Il principio è semplice: si tiene a bada la spesa, così si fa meno deficit e il debito si riduce. La Commissione europea ha già trasmesso in forma riservata al governo la “traiettoria” di spesa che dovrà essere rispettata, ossia di quanto le uscite correnti potranno salire nei prossimi anni per tenere a freno il debito.

Un numero che, secondo quanto trapela, è inferiore al 2% (1,7-1,8%). Il governo inoltre, dovrà garantire che tramite il controllo della spesa, il deficit strutturale scenda il prossimo anno di una cifra attorno ai 12 miliardi (circa lo 0,6 per cento del Pil). È esattamente questo il sentiero stretto dentro il quale Palazzo Chigi e governo si muovono per disegnare la prossima manovra di bilancio. Con un’aggiunta. L’Italia chiederà che il piano di rientro abbia una durata di 7 anni invece che i canonici 4 previsti dal nuovo Patto europeo.

Per ottenere questa “estensione” il Piano strutturale di Bilancio che sarà sottoposto al Parlamento, dovrà prendere impegni vincolanti su una serie di riforme, partendo da quelle raccomandate dalla Commissione europea. Tra queste, per esempio, c’è la «riduzione del cuneo fiscale sul lavoro e in linea con gli obiettivi di sostenibilità di bilancio, anche riducendo le spese fiscali e aggiornando i valori catastali, garantendo nel contempo l’equità e la progressività e sostenendo la transizione verde». Il taglio del cuneo e la revisione delle tax expenditures, sono i soli due capitoli dati per certi nella prossima manovra. L’altro punto sottolineato dall’Ue nelle sue raccomandazioni, è andare avanti nell’attuazione del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, eliminando gli ostacoli che ancora rallentano l’attuazione degli investimenti. Poi ci sono, come sempre, i richiami alla concorrenza nel commercio, per i taxi, per gli stabilimenti balneari. Ma anche il contrasto al calo demografico attraverso politiche di attrazione di giovani talenti, oltre che alla chiusura di tutti i meccanismi di pensionamento anticipato.

LA TRAIETTORIA

Nei documenti ufficiali della Commissione e in quelli del Tesoro, c’è già scritto molto del sentiero che il governo sarà chiamato a seguire nei prossimi sette anni. Il passaggio in Parlamento servirà a dare consapevolezza anche ai partiti e ad impegnare tutta la maggioranza sul sentiero di rientro dal debito che sarà concordato con Bruxelles. Lo scorso anno il governo Meloni quando presentò la manovra, la fece accompagnare da un patto di “non emendabilità” tra i partiti. Una volta che sarà approvato il sentiero della spesa sarà difficile che poi le forze della maggioranza possano chiedere di deviare.

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