«Moussa Sangare era una bomba innescata, una personalità di tipo borderline fortemente discontrollata». La criminologa Roberta Bruzzone ripercorre le «tappe» mentali che hanno portato il killer di Sharon Verzeni a esplodere la violenza. La sagoma di cartone in casa «infilzata» dai coltelli, i maltrattamenti in famiglia, l’uso di stupefacenti. «Accumulava rabbia, frustrazione e invidia». Come Turetta? «No, lui era più un narcisista covert».