Un bonus da 100 euro netti da pagare a Natale. A spiegare la misura che il governo ha intenzione di anticipare nel decreto omnibus in discussione al Senato, è stato il vice ministro dell’Economia Maurizio Leo durante l’evento Telefisco del Sole24Ore. «Il decreto», ha spiegato Leo, «entrerà in vigore il primo gennaio, ma siamo riusciti ad anticipare il bonus Befana a dicembre 2024 grazie al fatto che le entrate stanno andando bene. Grazie a queste entrate puntiamo un bonus di 100 euro netti senza tassazione». Il vice ministro dell’Economia ha anche ribadito che il ceto medio è un tema che «sta particolarmente a cuore» al governo e che, dunque, «bisognerà trovare le risorse». I fondi necessari ad abbassare l’Irpef sui redditi medi oscilla «dai 2,5 ai 4 miliardi», a seconda di dove si posiziona l’asticella. «Sappiamo che i contribuenti — ha detto ancora Leo — che hanno un reddito tra i 28 e i 50mila euro, oggi hanno un’aliquota del 35 per cento. L’obiettivo se, appunto, come ribadisco, si troveranno le risorse, è portarlo al 33%, magari spingerci un po’ più là per quelli che diciamo, fanno parte della terza fascia, quella del 43% e portarla sino a 60mila euro, quindi prendere 10mila della terza fascia e posizionarli sul 33 per cento. Però tutto», ha aggiunto il vice ministro, «con la prudenza del caso, è tutto da vedere sulla base delle risorse che si riusciranno a reperire». Per reperire i fondi il governo punta sul successo del concordato preventivo. Leo ha anche sottolineato che chi non aderisce al concordato finirà nelle «liste selettive» di contribuenti che potrebbero essere accertati dall’Agenzia delle Entrate.
IL PASSAGGIO
Sempre durante l’evento, il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, ha sottolineato il buon andamento delle misure di compliance, come le lettere bonarie inviate ai contribuenti per invitarli a mettersi in regola con il Fisco. Queste lettere, ha spiegato Ruffini, «hanno assunto in questi anni un ruolo centrale» all’interno dell’attività complessiva dell’Agenzia delle Entrate. «Sono passate da 600 comunicazioni del 2016 a più di 3 milioni del 2023. Solo negli ultimi 3 anni — ha proseguito — questa attività ha fatto registrare incassi per circa 10 miliardi di euro (solo lo scorso anno oltre 4 miliardi). Anche quest’anno i dati sono incoraggianti: a oggi sono già stati incassati oltre 3 miliardi». Ma la cosa più importante da considerare, ha detto ancora Ruffinbin, «è il cambio di prospettiva che è intervenuto, perché l’istituto della compliance offre un’occasione al contribuente di rimettersi in regola. Si può dire che il legislatore ha offerto la possibilità ai contribuenti di rimediare, applicando un principio di buon senso in un sistema fiscale complesso come il nostro». Intanto in Senato l’emendamento firmato da tutta la maggioranza per una sanatoria sul 2018-2023 per chi aderisce al concordato biennale, è entrato tra i cosiddetti “segnalati”. Sul ravvedimento, ha detto ieri Leo, «deciderà il Parlamento».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Leave feedback about this