Pensioni, a settembre il pagamento avverrà con valuta 2 settembre (le pensioni vanno in pagamento il primo giorno bancabile del mese, con l’unica eccezione del mese di gennaio). Intanto già si ragiona sugli aumenti del 2025, che saranno inevitabilmente inferiori agli ultimi due anni. Il meccanismo della rivalutazione delle pensioni è legato infatti all’andamento dell’inflazione nell’anno precedente, e la crescita dei prezzi nel corso del 2024 è stata nettamente inferiore a quella del biennio precedente.
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Gli aumenti
Dopo il +8,1% del 2023 e il +5,4% di quest’anno, per il 2025 l’inflazione — in base agli utlimi dati disponibili — si attesterà a un livello di poco superiore all’1%. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (Foi), al netto dei tabacchi, l’indicatore su cui viene calcolata la rivalutazione delle pensioni, a luglio ha registrato una crescita su base annua dell’1,1% (l’inflazione acquisita per il 2024 è pari invece al +1%). L’aumento degli assegni oscillerà dunque su una cifra di poco superiore all’1%, salvo nuove forti impennate dei prezzi al momento non prevedibili.
Quando scattano
L’incremento provvisorio delle pensioni verrà calcolato dall’Istat a fine ottobre. Su quel dato verrà stabilito dal governo l’aumento degli assegni che scatterà da gennaio 2025. All’inizio dell’anno prossimo l’Istat comunicherà poi il dato definitivo dalla crescita dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati per il 2025 e il governo provvederà a erogare l’eventuale conguaglio (nel 2024 l’aumento provvisorio è stato poi confermato e non ci sono stati ulteriori incrementi).
Le percentuali di rivalutazione
Dal 2023, per ridurre l’esborso per le casse dello Stato della rivalutazione delle pensioni (in seguito alla forte crescita dell’inflazione), il governo ha tagliato le percentuali di aumento degli assegni. Poi ridotti ulteriormente quest’anno per le pensioni più alte. Oggi dunque la rivalutazione avviene con queste modalità:
Fino a quattro volte il trattamento minimo (nel 2024 pari 614,77 euro): 100%
oltre 4 e fino a 5 volte il trattamento minimo: 85%
oltre 5 e fino a 6 volte il trattamento minimo: 53%
oltre 6 e fino a 8 volte il trattamento minimo: 47%
oltre 8 e fino a 10 volte il trattamento minimo: 37%
oltre 10 volte il minimo: 22%
Come avveniva in precedenza
In precedenza la rivalutazione delle pensioni invece avveniva con queste modalità:
per la parte di pensione il cui importo non supera di 4 volte il trattamento minimo la rivalutazione è pari al 100% del tasso di inflazione accertato
per la parte compresa tra le 4 e le 5 volte al 90% del tasso
infine, per la parte che supera le 5 volte al 75% del tasso
La nuova stretta
E’ possibile che con la prossima manovra arrivi una qualche nuova stretta sulle pensioni per provare a contenere la spesa. Già l’anno scorso il governo ha introdotto una serie di tagli, alcuni dei quali anche con un impatto rilevante. Come per esempio le misure sulle pensioni dei dipendenti pubblici di alcune gestioni, quelle dei medici, dei dipendenti degli enti locali e degli ufficiali giudiziari, che si sono viste annullare una serie di meccanismi di calcolo degli assegni privilegiati rispetto agli altri lavoratori (con un parziale dietrofront poi per medici e infermieri). Il governo ha anche reintrodotto dal prossimo anno l’adeguamento automatico dell’età di pensionamento alla speranza di vita. E ha tagliato le rivalutazioni per le pensioni più alte. Una stretta che potrebbe essere varata di nuovo.
I rimborsi Irpef
A settembre arrivano anche i rimborsi Irpef. I pensionati che hanno presentato la dichiarazione dei redditi entro il mese di luglio e sono in credito con il fisco riceveranno il rimborso con la pensione di settembre. Chi ha inviato invece il 730 in agosto dovrà aspettare settembre. Il rimborso per i pensionati avviene infatti il secondo mese successivo alla presentazione della domanda.
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